The Boys – Stagione 3: la recensione

La serie si mantiene su un buon livello perché ingrana la modalità Super Saiyan, ma si avverte la carenza di nuove idee e di originalità.

 

 

Ho finito di vedere la terza stagione ed il mio unico pensiero è stato: “Perché hanno deciso di fare la versione Super Saiyan della prima stagione?”. Tanta, tantissima esaltazione per le parti sul sesso e sulla violenza, che alla fine sono il marchio di fabbrica della serie, ma davvero poca innovazione per quanto riguarda la trama principale. Un simpatico intermezzo lo ha dato la storia di Soldatino, ma non ha effettivamente aggiunto nulla alle dinamiche di questa serie.

I ragazzi di Butcher sono, come al solito, alle prese con l’eliminazione dei Super, ma questa volta lo fanno con il fine di smascherare le malefatte di questi egocentrici violenti e depravati. Hughie ha deciso di affiancare Victoria Neuman, una super sotto mentite spoglie di deputata, per lottare legalmente contro le nefandezze fatte dagli impiegati speciali della Vought. Starlight sembra ottenere sempre più consensi e si convince di poter cambiare radicalmente le cose dall’interno. Patriota è in calo di consensi mediatici e dà l’idea di una belva messa alle strette ed incapace di reagire. Tutto sembra andare per il verso migliore, ma basta un battito di ciglia per far esplodere alcune teste e rimettere in moto il buon vecchio motore alimentato a testosterone.

 

 

La stagione è bella? Diciamo che ricalca in larga parte la dinamica della prima stagione: “Prova ad ammazzare i super ed in particolare Patriota!”. Se all’inizio potevi rimanere affascinato dalla descrizione delle depravazioni umane portate avanti dai Super, alla terza stagione tutto questo può bastare? Vero è che con l’introduzione delle variabili Soldatino e V-Temporanea, che rende Super per 24 ore, si eleva il livello di testosterone dei Boys di tanto, ma è sufficiente? Va bene, andiamo ad aggiungere al calderone anche la puntata che descrive il festino sessuale dei Super (Herogasm), ma la domanda rimane: abbiamo una stagione soddisfacente?

Diciamocelo, tutto questo è tanta distrazione che non aggiunge nulla alla trama principale. I nuovi spunti, come sono entrati in scena, vengono liquidati a fine stagione con un colpo di spugna: i Boys rimangono nella stessa situazione di prima con una scarsissima evoluzione dei personaggi principali; Patriota non ha più freni, ma ne aveva davvero pochi anche nelle precedenti stagioni; sono stati eliminati personaggi secondari ormai arrivati alla fine del loro percorso, ma di spunti nuovi ed interessanti non ve n’è praticamente traccia.

Nella recensione della stagione precedente mi chiedevo l’utilità della Chiesa del Collettivo e speravo di vedere qualcosa in più per capire dove volessero andare a parare gli sceneggiatori; ora so che hanno del tutto abbandonato quel percorso; come sembra non esserci più niente da dire su Stormfront, la nascita della Vought e le ripercussioni naziste. Ormai è palese che la serie si stia appoggiando sempre di più su strappi ed idee che sembrano non avere poi un seguito durante le stagioni.

 

 

Quindi non è bella la terza stagione? Diciamo che non è particolarmente originale: il ritmo è sempre molto alto; le piccole trame stagionali sono interessanti, anche se fini a sé stesse. Delude un po’ non avere una continuità nelle idee proposte, ma finalmente possiamo apprezzare un minimo di approfondimento su alcuni personaggi che non hanno avuto molto spazio: Latte Materno, Frenchie, Kimiko, Black Noir, A-Train, Abisso e la nuova direttrice Ashley Barrett compaiono più spesso e soprattutto ci regalano una finestra sul loro passato, sui loro problemi, sulle loro paure e sulle scelte che compiono durante questa stagione. In particolare è molto carina la storia d’amore/musical immaginario tra Frenchie e Kimiko.

Detto questo, e compreso che ogni stagione sembra avere degli spunti stagionali fini a sé stessi, la terza stagione viaggia quasi allo stesso livello delle precedenti. C’è meno originalità, ma viene innestata la modalità Super Saiyan in diverse scene di azione e depravazione. Se da una parte abbiamo una trama principale che latita senza alti né bassi, dall’altra scopriamo di più sui co-primari e sulla loro crescita emotiva e morale. Lacune e compensazioni mantengono il risultato quasi invariato, ma qualcosa deve cambiare, altrimenti la serie rischia di avvitarsi su se stessa riproponendo sempre le stesse cose.

 

The Boys – Stagione 3, 2022
Voto: 6.5
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