Non dovrei mai dare retta a Chuck. Mai. O, visto il caos che ogni volta si genera, forse si.
L’amicizia e’ una cosa strana. Fondamentalmente, ti trovi bene con una persona nonostante i suoi difetti. Ci sono momenti che vorresti strozzarla, e momenti in cui sei fiero e felice di esserne amico. E poi c’e’ Chuck.
Chuck e’ il mio fidato compagno di avventure videoludiche. Io normalmente nei giochi ho un approccio molto metodico, calcolato, studiato; osservo, valuto, pianifico. Con lui invece tutto e’ improvvisazione, rischio, caos, sofferenza autoinflitta. Tanta sofferenza.
Quando ha scoperto che avevo ottenuto una chiave di attivazione per Spintires mi ha pregato in ogni modo di giocarci. E visto che volevo provarlo anche io, in breve ho installato il gioco; cioe’, visti i miei tempi tecnici, dopo parecchi giorni. Poi ho rimontato il volante che da mesi stava prendendo polvere e l’ho configurato e testato per capire a cosa sarei andato incontro.
E no, non l’avevo capito a cosa sarei andato incontro.
Spintires e’ un gioco russo del 2015. Anzi, e’ un gioco “sovietico”, come ama definirlo Chuck: cioe’ privo di qualsiasi forma di aiuto, tutorial, spiegazione, supporto al giocatore. Non si ha la piu’ pallida idea di cio’ che si debba fare fino a che non si smanetta a fondo nelle schermate, nei menu, nella mappa… e forse a quel punto ci si fa un’idea. Stessa cosa per i controlli: l’uso della gru e del verricello sono tutt’altro che immediati e chiaramente lo sviluppatore si e’ guardato bene dall’insegnare ai nuovi giocatori come fare. Ad ogni modo, ho acceso il mio camion ed ho iniziato a scorazzare per le strade fangose, senza una meta precisa; fatto sta che a breve mi sono trovato inconsapevolmente sul luogo in cui avrei dovuto iniziare la missione: caricare legna nel mezzo della foresta e portarla al deposito. Il problema e’ che non avevo alcuna idea di come farlo.
Dopo svariati tentativi ed aver vagato per la mappa tirando madonne per il fango che ti blocca anche con le quattro ruote motrici ed alla fantastica velocita’ media di 5km/h, ho capito che dovevo montare sul camion un pianale adatto per la legna. E ovviamente per farlo dovevo tornare alla base di partenza.
Smadonnando un po’ tra fango e cunette, arrivo in garage solo per scoprire che di pianali per la legna ce ne sono tre (TRE) diversi, e ovviamente privi di informazioni su quale si debba usare in quale situazione. Fatta la mia scelta (a casaccio), ho raggiunto nuovamente le cataste di tronchi. E qui un nuovo problema: come la carico sta cazzo di legna? Dopo aver posizionato il camion nell’area di carico ho provato un po’ di tutto: cliccare qui e la’, provare a fare drag & drop, spostare il mezzo avanti e indietro in un fazzoletto di terra fangosa. Il tutto con l’unico risultato di far apparire, ogni tanto, la notifica di errore: “posiziona il tuo camion nel luogo apposito”. A sapere quale fosse, il luogo apposito…
Ma alla fine, perseverando e insistendo, un risultato l’ho ottenuto:
Dopo i primi istanti di sconforto mi sono detto che no, non era il caso di desistere: se Chuck lo apprezza tanto vuol dire che le potenzialita’ ci sono, ero solo io a non intuirle. Percio’, preso un secondo camion, mi sono diretto nella stessa zona con lo stesso intento, per capire come funzionasse il gioco e farmi trovare pronto per la partita in multiplayer con Chuck. Ottenendo gli stessi, ottimi risultati.
E quindi, la decisione: aspettiamo Chuck e facciamoci spiegare come si gioca. E gli effetti non sono tardati ad arrivare: ho caricato la legna (dopo aver ribaltato due volte il rimorchio, ma vabbe’), mi sono incamminato, e mi sono impantanato nel fango senza alcuna possibilita’ di muovermi. Finalmente, sempre grazie al mio tutorial vivente di fiducia, ho anche capito come usare i ganci traino: premi un tasto irragiungibile sulla tastiera, premi quattro bottoni a schermo e agganciati ad un albero. Ripremi il tasto irraggiungibile e prova a muoverti di cinque metri. Poi ripremi il bottone irragiungibile, ripremi i quattro bottoni a schermo e agganciati al prossimo tronco. Ripeti fino a che non sei fuori dal pantano; e sappi che fra dieci metri sarai di nuovo nella stessa situazione.
Ci abbiamo provato, con Chuck. Abbiamo affrontato fango, fiumiciattoli (sentire il camion che se ne va trascinato dalla corrente e’ fantastico), alberi, fango, fango, tronchi, fango. E alla fine abbiamo detto basta. Dopo esserci messi sul fianco un paio di volte lui e una decina io ci siamo trovati di fronte ad una strada di terra molle larga troppo per farci strada con gli alberi. E non potendo andare ne’ avanti ne’ indietro, ci siamo messi a ridere istericamente in cuffia.
E’ un gioco cattivo, crudo, che ti prende a schiaffi, ingestibile. Ed e’ per questo che torneremo ad affrontarlo: perche’ siamo dei duri. O dei deficienti.