Città Invisibile – Stagione 1: la recensione

Miti e leggende della cultura brasiliana sono riadattati per vivere accanto all’era moderna in un racconto dal sapore di misticismo.

 

 

Ho visto serie che voi umani non potete neanche immaginare… barbose serie scandinave, inconcepibili serie tedesche, impossibili serie danesi e folli serie coreane, ma devo ammettere che ancora non mi era capitata una serie brasiliana. Colmo questa mia lacuna con Città Invisibile, una serie che porta miti e leggende brasiliane nella quotidianità del nostro presente. In pratica è una versione locale di Percy Jackson.

Non ho intenzione di approfondire particolarmente la trama perché è tutta legata ai culti ed ai miti brasiliani e, una volta spiegati quelli, si perde la metà del fascino della storia. Posso però dirvi che la mitologia brasiliana è legata ad esseri antiche che risiedono nella natura. Sono principalmente entità e forze che provengono dalla cultura aborigena e che quindi hanno un aspetto parzialmente umano.

In aggiunta a queste entità, vi sono anche creature nate dalle tradizioni e dal mistero che le ondate di colonizzatori hanno portato in Brasile; esseri relativamente giovani che sono stati creati dalle angosce, dalle paure e dal mistero che l’ignoto di una terra nuova stimola nella mente della gente. Ci troviamo davanti ad un sistema di miti a strati che si sovrappongono e che generano altri misteri.

 

 

Ma dove vivono questi esseri mitologici? La natura ha ceduto tanto spazio alle città, e molte di queste creature si sono nascoste proprio accanto agli esseri umani prendendone le sembianze e vivendo una vita a metà. Molti personaggi sono così particolari ed eccentrici che ti fanno subito venire il dubbio: sarà solo strano o è un essere mitologico? È davvero interessante leggere tra le righe dei vari personaggi e provare a capire quale essere si celi dietro al soggetto in esame.

La trama principale ha uno spunto iniziale decisamente legato all’ambiente. Come sapete bene la foresta amazzonica è costantemente disboscata per sfruttare la legna, per creare nuovi campi coltivati e per creare nuovi spazi abitabili. Distruggere i territori sacri di questi esseri genererà delle reazioni più che giustificate da parte delle antiche entità che prendono energia da questi luoghi.

La serie vede Marco Pigossi nei panni di Eric, un agente della polizia ambientale. Il nostro protagonista si trova immerso in una stranissima indagine che lega la scomparsa prematura della moglie al misterioso ritrovamento di un cadavere di un delfino. L’attore brasiliano ha quindi il compito di condurci per mano lungo i misteri di questa stranissima indagine che lo porterà fino alla scoperta di un mondo inimmaginabile.

Tra il vasto cast di attori, per noi quasi sconosciuti, spicca Alessandra Negrini che interpreta Ines, la proprietaria di uno stranissimo locale, animato ogni sera da un’atmosfera mistica molto particolare. L’attrice si mette in evidenza per un doppio ruolo che la porta a dover interpretare momenti molto cupi e tenebrosi alternati ad altri decisamente più smaliziati.

 

 

Paesaggi e locali tipici della cultura locale si alternano ad edifici e vedute molto più moderne. I due mondi vivono l’uno accanto all’altro e nella serie questo dualismo viene evidenziato in modo abbastanza efficace. Quello che però non viaggia in modo ottimale è proprio il ritmo della narrazione: spesso si avverte una certa lentezza nel raccontare gli eventi. Sicuramente il regista ha voluto provare a dare un taglio più cupo e mistico a tutto il suo lavoro, ma in alcuni punti questa volontà purtroppo degenera in lentezza eccessiva, fino quasi a sfiorare la noia.

Impattare in miti e leggende di una cultura abbastanza distante come quella brasiliana può anche far storcere il naso allo spettatore non avvezzo alle novità. Io consiglio di iniziare la visione di questa serie con la mente aperta per accogliere alcuni passaggi che possono risultare inizialmente ostici. C’è da sottolineare che la trama, anche se nascosta dietro miti e leggende particolari, è abbastanza semplice; una volta capita la direzione che prende la storia, è facilissimo intuire il finale.

Per me è stato quasi più interessante scoprire le enigmatiche figure mitologiche, ed il loro riadattamento nella società brasiliana contemporanea, che la storia in sé e per sé. Se non siete appassionati di culture esotiche, allora questa serie non fa certo per voi perché non è classificabile come capolavoro. Però se siete curiosi di respirare aria nuova, allora provate a dare una possibilità a Città Invisibile. Per tutti coloro che invece hanno già visto la serie, vi posso dire che è stata confermata una seconda stagione, ma purtroppo non abbiamo ancora date certe per la messa in onda.

 

Città Invisibile, 2021
Voto: 6
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