7th Sector: la recensione

Nonostante la storia e l’atmosfera siano più che buone, 7th Sector manca l’obiettivo che si dovrebbe prefiggere ogni gioco: divertire, e non frustrare.

 

 

Un vero peccato, ecco come la penso; 7th Sector è uno di quei giochi che avrebbero potuto essere delle piccole gemme ma che sono minati da scelte di gameplay rivedibili. Pesantemente rivedibili.

Ci troviamo di fronte ad un titolo a metà fra il platform ed il puzzle, con sezioni diverse in base al momento della storia. Inizieremo il gioco nei panni di una scintilla in grado di muoversi lungo le linee elettriche e attivare o sbloccare congegni e meccanismi, per poi prendere possesso di un “cane meccanico” da guerra e via via altri personaggi, attraverso i quali scoprire un mondo cyber-punk dai toni estremamente cupi ed ottimamente realizzato.

 

 

Quello che non convince di 7th Sector è l’assurdità di certi passaggi, che richiedono tentativi a casaccio per essere superati. Questo vale sia per la risoluzione di certi enigmi che per momenti di pura azione. La parte in cui impersoniamo il cane da guerra è quella decisamente meno riuscita, con la necessità di controllare numerose funzioni allo stesso tempo, con un layout dei controlli che risulta scomodo anche usando un gamepad (assolutamente impossibile usare la tastiera), o dover azzeccare i tempismi giusti per un lasso di tempo ridicolmente lungo per superare un solo ostacolo.

 

 

Il risultato è frustrante, come detto in apertura; dover rigiocare numerose volte lo stesso passaggio non fa altro che vanificare quanto di buono fatto da Sergei Noskov, del quale abbiamo già recensito l’interessante The Light Remake e il più che positivo 35MM. Noskov qui prova qualcosa di diverso dai suoi giochi in prima persona, lasciando l’approccio tipico delle avventure di esplorazione e puntando all’azione, ma il risultato non è all’altezza delle sue capacità.

 

 

Ed è un peccato: per la maggior parte del tempo il gioco è fluido, talvolta impegnativo ma piacevole; e l’atmosfera è di quelle alla Blade Runner, con una commistione di tecnologia e umanità inquietante ed invadente. La grafica leggermente sfocata, i colori dai toni soffusi ma freddi e propri dell’acciaio, i suoni e le animazioni che possono osservarsi sullo fondo ci consentono di calarci completamente nel gioco ed essere assorbiti dal suo mondo che sembra volerci narrare di un futuro non affatto gentile per gli esseri umani.

 

 

7th Sector è uno di quei giochi che ami e odi allo stesso tempo; nei momenti in cui non ti costringe a sbattere il cranio contro la scrivania chiedendoti perché dovresti continuare a giocarci, è capace di regalare momenti di soddisfazione piena, di coinvolgimento e di stupore.

Un passaggio a vuoto per Sergei Noskov, che speriamo possa riprendersi col suo prossimo progetto.

 

7th Sector, 2019
Voto: 5
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