In questa recensione mettiamo a confronto originale e remake di un classico dei film horror: La Città Verrà Distrutta all’Alba, girati rispettivamente nel 1973 e 2010. Vediamo se 40 anni di differenza hanno modificato sostanzialmente l’impatto del film.
L’originale The Crazies (titolo originale di questa pellicola) è il primo lavoro importante di George Romero, il regista di film horror per eccellenza. Sostanzialmente, la trama vede un aereo militare cadere presso una remota cittadina nell’interno degli Stati Uniti; l’aereo trasporta un virus che rapidamente infetta la popolazione causando segni di demenza e di estrema aggressività incontrollata. L’esercito, a conoscenza del rischio dal momento in cui l’aereo precipita, è rapido a isolare la zona, ma la situazione sfugge di mano.
La zona di contenimento (remake)
Entrambe i film seguono quasi in fotocopia la trama, e sebbene i personaggi principali non siano gli stessi, le loro azioni e il loro modo di comportarsi è praticamente lo stesso. Cos’hanno allora di differente le due pellicole?
Sicuramente, l’originale ha un’anima più viva, si sente la mano di un genio che sta crescendo. Per l’intera durata del film si respira una forte atmosfera anti-militaresca, giustificata forse dalla guerra del Vietnam appena terminata. Al tempo stesso però i militari, se sono semplicemente degli asettici figuranti durante gli scontri a fuoco e nei rastrellamenti, sono esseri umani con le loro debolezze nel momento in cui ci troviamo a confronto coi vertici sul campo. Insomma, se da un lato ci sono i classici attacchi stereotipati a tutto ciò che è Forze Armate, per una volta si fa capire che in fondo ci si trova di fronte a uomini, non a nemici. Questo aspetto è pressochè assente nel remake, dove non si vede praticamente mai un dialogo fra militari o qualcuno senza tuta protettiva. Questa scelta permette di incentrarsi di più sui protagonisti civili, ma sminuisce un pò questo aspetto, riducendolo ad un “noi contro loro” di cui non si capisce bene il motivo scatenante.
I primi pazzi (remake)
Uno dei tasti che batto più spesso in questo genere di film è la credibilità nel comportamento dei personaggi. Se nel remake c’è poco da discutere – magari i personaggi non saranno profondissimi ma non si comportano come se tirassero un dado per prendere le loro decisioni – l’originale soffre della tipica esasperata epicità dei film a medio-basso costo di quegli anni (e non solo). Soldati che si espongono al fuoco come nulla fosse, gente che colpita dai proiettili prima di accasciarsi a terra fa due o tre piroette su se stessa, frasi e gesti puramente retorici; insomma comportamenti teatrali che in un film non piacciono affatto. E a questo va aggiunta la classica “scelta dell’idiota”, cioè fra un novero di opzioni possibili fare quella palesemente errata. Fortuna che Romero non farà gli stessi errori qualche anno più tardi nel capolavoro Zombi.
Visite mediche (originale)
Sostanzialmente diversi gli approcci nella fotografia: nel remake è più canonica, sobria, pulita, anche efficiente e spettacolare. La suspance è probabilmente maggiore, i momenti di tensione sono sicuramente di più e meglio realizzati. Nell’originale lo stile atipico di Romero si fa sentire, con stacchi e cambi repentini d’inquadratura tipicamente sperimentali, con scelte peculiari e più didascaliche, poco indicate ad un film d’azione (ma ricordo che in quegli anni il generere horror, come quello d’azione, era ancora agli albori).
Discorsi retorici (originale)
In conclusione, ci troviamo di fronte a due pellicole paradossalmente molto diverse, apprezzabili o no per motivi incrociati. Penso che andrebbero entrambe viste, perchè sebbene la storia sia la stessa viene raccontata in modo diverso; e sono entrambe, a loro modo e con le debite concessioni, pellicole godibili.