In apparenza Hen potrebbe sembrare soltanto uno degli innumerevoli esponenti del genere Hentai che, in perfetta sintonia con il carattere “porcareccio” di marca nazional-popolare e con le correlative idiosincrasie cattosessiste (a Cosimo, ma che stai a di’? n.d.Cobra), costituisce per i non addetti al settore il filone di maggior successo.
Tuttavia, al volenteroso lettore il quale, arrivato alla terza pagina senza aver visto ancora un nudo, persista nello sfogliare questo piccolo gioiello, è riservata la scoperta di quello che è, in effetti, un vero trattato illustrato di psicologia femminile. Al di là, infatti, degli stilemi utilizzati nel disegno – in primis il gigantesco seno della protagonista – l’autore vuole addentrarsi nella giungla dei sentimenti e delle pulsioni dei suoi personaggi. In tal modo, è proprio la capacità di tratteggiare finemente la personalità emotiva dei protagonisti, inseriti nel consueto contesto scolastico, tutto “buruma” e “marinarette”, a costituire la parte più “intima” del racconto: il nudo, che pure non manca (ma nemmeno abbonda), non è, quindi, il fine dello sforzo narrativo, come accade, invece, nei veri fumetti Hentai, dove il canovaccio, spesso piuttosto esile, fa da semplice sfondo alle contorsioni sessuali, sovente poco credibili, dei protagonisti.
Piuttosto, nel nostro caso, l’autore dimostra di possedere un notevole senso dell’equilibrio: il sesso, infatti, s’inserisce nella trama in modo naturale, anche in relazione alla scala cronologica delle vicende, occupando un ruolo credibile nella vita dei personaggi e, soprattutto, costituendo un’espressione molto precisa dei loro sentimenti.
Nella galleria di varia umanità che l’autore ci ammannisce, spicca, graficamente e caratterialmente, l’anomala protagonista: Chizuru Yoshida. Chizuru è, in effetti, una sorta di mosca bianca nel suo contesto. Infatti, Chizuru è alta, slanciata, ha gli occhi chiari ed un seno enorme (è figlia di madre straniera) e si distingue anche psicologicamente dai suoi coetanei: è forte ed indipendente, vive da sola e si mantiene lavorando (e lavorare per gli studenti minorenni è proibito dalla legge giapponese), ma soprattutto sfrutta cinicamente il proprio fascino per servirsi, materialmente e psicologicamente, delle persone che seduce, senza sprecare per loro alcun sentimento. E’ probabile, a mio parere, che, con la sproporzione dei suoi tratti, l’autore abbia voluto esprimere proprio l’eccezionalità di Chizuru rispetto al suo ambiente, che è quello, molto conservatore, del mondo scolastico giapponese.
Senonchè anche Chizuru, infine, si innamora, perdendo la propria maschera di cinismo. Non poteva trattarsi, ovviamente, di un amore qualunque, dato che ha per oggetto una coetanea e compagna di classe, Azumi Yamada, che, fisicamente e caratterialmente, è l’opposto speculare di Chizuru: tanto quest’ultima è cinica e prorompente nell’aspetto come nella personalità, quanto Azumi è la sintesi dei buoni sentimenti uniti ad un fisico minuto e molto più simile ai canoni giapponesi di quello della sua innamorata.
Sulla trama non voglio andare oltre: sarebbe un torto agli eventuali lettori. Resta il giudizio molto positivo, per quello che è un eccellente tentativo di rappresentare il più volatile dei sentimenti in termini non convenzionali. Siate, però, avvertiti di un fatto: se ragionate in termini di stretta morale religiosa e siete anche amanti dei manga (cosa che mi sorprenderebbe non poco), astenetevi dal leggere Hen. Vi ritrovereste altrimenti a fare discorsi stile “pornoanarchia” di verdoniana memoria, salvo poi finirvelo di nascosto.
Note:
Hentai: disegni e manga in stile anime a sfondo erotico/pornografico.
Stilemi: caratteri tipici del tratto grafico dell’autore (in questo caso).
Buruma: sono i pantaloncini che le studentesse devono indossare per regolamento, sotto le gonne, a coprire le pudende.