Nel 1998 i Blind Guardian sono tornati alla carica con Nightfall In Middle Earth, un album che più concept di così si muore.
Articolo originariamente pubblicato il 02/10/2000.
L’intero disco è ispirato al Silmarillion, possente romanzo fantasy di Tolkien. A tal proposito, bisogna dire che senza dubbio la parte narrativa la fa da padrona in questo album, ma non avendo io letto il libro mi limiterò ad un commento sul piano puramente musicale rimandandovi all’articolo Blind Guardian – Nightfall in Middle Earth: la recensione che affronta il tema della storia più da vicino.
Sempre fedeli al loro stile, i Blind Guardian ci ripropongono il loro inconfondibile power metal potente e senza compromessi, ma stavolta il tutto è condito da una grande atmosfera fatta di organi, sezioni d’archi ed effetti sonori che rendono questo disco veramente unico ed originale. Quasi tutti i brani sono preceduti da brevi introduzioni, ora arpeggiate ora semplicemente parlate, ma tutte molto suggestive; inoltre qui i Guardian danno la loro miglior prova proprio in quello che sanno fare meglio: i cori. Credetemi, non esiste al mondo un gruppo che faccia cori e ritornelli potenti e trascinanti come i Blind Guardian: pezzi come Mirror Mirror, Into the Storm o When Sorrow Sang, che hanno nel refrain il loro pezzo forte ed è impossibile non lasciarsi trascinare.
Come dicevo l’atmosfera creata è veramente notevole, ed il fatto che i brani siano praticamente tutti attaccati non vi lascerà un attimo per riprendere fiato; avrete l’impressione di trovarvi nel bel mezzo di un campo di battaglia per tutto l’ascolto, cosa che di sicuro succederà con Time Stands Still che potrebbe tranquillamente essere usata come marcia di guerra!
Superlativa è anche la prova tecnica dei quattro componenti: Olbrich e Siepen danno libero sfogo alle loro sei corde che metteranno a dura prova casse, mura di casa, testa di vostra madre, nervi dei vicini e via discorrendo; ascoltando il rullante di Stauch, invece, non si può fare a meno di chiedersi come faccia ad essere ancora vivo dopo tanto furioso tambureggiare. Ma la vera perla rimane la voce di Hansi Kursch, potentissima e drammatica anche se capace anche di momenti di delicata poesia, come in The Eldar, sublime pezzo in cui canta accompagnato solo dal piano in un’alternanza di potenza e dolce melodia, sicuramente il miglior episodio del disco o se non altro quello meglio vi rimarrà impresso. Inutile ora fare un semplice elenco dei restanti brani, dato che l’intera opera (passatemi il termine che vi assicuro non è esagerato) si apprezza di più come colonna sonora che per i singoli pezzi; a voi il gusto di scoprire il resto e farvi catapultare nel magico mondo della Terra di Mezzo.
Tuttavia, un disco così particolare può avere un difetto: è troppo particolare!
Mi spiego; per un appassionato di Tolkien e del fantasy in generale, questo album sarà di sicuro un capolavoro assoluto ed inarrivabile, ma chi non si intende di queste cose e bada solo alla musica rischia di perdersi gran parte del valore del disco. Inoltre (nota personale) i Blind Guardian hanno uno stile un po’ peculiare: a volte il loro sound può risultare un po’ troppo caotico e alcuni passaggi quasi slegati o di puro riempimento.
In definitiva Nightfall In Middle Earth è sicuramente un album grandioso nel suo genere ma forse un po’ troppo dedicato, quindi dato che il fantasy mi piace ma non impazzisco per Tolkien, non me la sento di dargli il massimo dei voti; comunque onore a Kursch e compagni che si sono resi autori di una vera e propria “opera” musicale… non è da tutti!
HOLD ON!