Ricordiamoci che, sotto sotto, siamo tutti poeti.
Quatto quatto,
nella sua uniforme bruciacchiata,
nella notte di nero ammantata,
a posar dinamite
sotto le case abitate
arriva il Guastatore
del sole, quore e amore.
Fischia e canticchia,
col suo bel serbatoio
di napalm e petrolio
sulla schiena caricato;
nel tascapane s’è portato
tritolo, C4 e cordite e pentrite
e sei bombe a mano innescate.
“Che hai avvertito i condòmini?”
“E perché?”
Sapiente in travi e pilastri
preparando immani disastri,
infila budelli di esplosivo
perché nessuno resti vivo,
poi s’accende un bel toscano
col lanciafiamme nella mano.
“Signore e signori buonasera…”
Negli appartamenti di lassù
gracida anfibia la tivvù,
col pubblico beota
“Gira la ruota”
Ma gira anche il detonatore
dell’ordigno distruttore…
Pim pum pam!
Sdrum! Sadamanganagatram!
E con un polverone solforoso
Il Guastatore
Ed un rombo fragoroso
Vengon giù case e palazzi
Uomini, donne, vecchi e ragazzi,
Borghesi, politici e poliziotti,
no global, suore, preti e bigotti.
Or se la canta a squarciagola,
il Guastatore serafico e professionale
col lanciafiamme e una bomba nucleare
pronto ogni fuggiasco ad incenerire
che dalle macerie tenti di scappare.
E piazza l’atomica e se ne va,
il lavoretto è finito, zum pa pa.
Ah, che pulizia!
Non più case popolari e chiese
Ma spazi ampi, ed ampie distese.
Non più casalinghe e vecchi lagnosi,
cialtroni ignoranti, protestari e mocciosi.
ONU, Papa, Islam ed Europa Unita,
tutta una storia finalmente finita.
E che soddisfazione!
Finito il Toscano dal fumo griggio
la sua cenere si confonde col paesaggio
tutt’intorno è ora tranquillità e pace
senza seccatori, senza un suono, una voce.
Contento se n’ va il Guastatore,
mai più sole quore e amore!