Legend Of Grimrock: la recensione

Un buonissimo rpg che utilizza le dinamiche di gioco dei classici del genere.

 

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I giocatori di vecchia data probabilmente ricorderanno Dungeon Master, il capostipite dei giochi di ruolo in prima persona con dinamiche d’azione. Gioco per Amiga del 1988, ci permetteva di creare dei personaggi e di infilarci nei meandri di un dungeon oscuro e popolato da mostri mortali. Il gioco, nella miglior tradizione dell’epoca, era difficilissimo e per lo stesso motivo gratificante; confesso di non averlo mai finito e che si tratta di uno di quei titoli che un giorno dovrei riprendere in mano, magari con un emulatore, alla stregua di Deuteros e Flood.

Legend Of Grimrock riprende moltissimo da Dungeon Master ed Eye Of The Beholder (altro capolavoro); si tratta di un GDR “a quadratoni”, dove cioè si occupa uno spazio quadrato ben definito. Le mappe sono costruite nel modo classico del dungeon alla Dungeons & Dragons, con corriodi, stanze e porte tutte con perfetti angoli a 90 gradi: il sistema con cui ognuno di noi ha iniziato a giocare ai giochi di ruolo e che è il più semplice ed immediato da gestire.

 

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Il gioco è piuttosto semplice nei suoi meccanismi; si tratta di uccidere mostri, evitare trabocchetti, sbloccare porte e procedere sempre più negli abissi fino a raggiungere la libertà.
Il fatto che il gioco sia semplice da capire non significa lo sia da battere; ci sono diverse tipologie di mostri e, se normalmente presi singolarmente non sono troppo pericolosi, quando sono in gruppo e ci lasciamo accerchiare, impedendoci di muovere e di sfuggire i colpi, la morte è quasi certa.

 

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Gli stessi progressi sulla mappa non sono sempre alla portata di tutti; se per proseguire in certe zone basta la forza bruta, in altre serve anche parecchia fantasia, tanto che per chi come me in quanto a intuito esprime un encefalogramma piatto i momenti di frenetica ricerca delle soluzioni saranno frequenti.
Ci sono tantissime aree nascoste, raggiungibili solo trovando i giusti interruttori e con tempismi precisi, o addirittura solo gettandosi (volontariamente o meno) nei pozzi che costellano la pavimentazione dei vari livelli. In queste zone si può veramente trovare di tutto, ma il più delle volte le ricompense sono dietro uno stuolo di mostri pronti a farci la pelle.

 

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Buono il sistema dell’inventario, non infinito, e del peso che rallenta o blocca i nostri personaggi; anche il cibo è un fattore da tenere in considerazione e che può oggettivamente cambiare le nostre priorità… non è bello morire di fame nelle profondità di un dungeon!
Possiamo ovviamente lanciare magie di varia natura; si ispirano ovviamente ai quattro elementi naturali (fuoco, aria, terra e acqua) e sfruttano il sistema delle rune: una serie di simboli da premere nella giusta sequenza, come in Dungeon Master… a me questo sistema non ha mai fatto impazzire (preferisco il metodo più rapido di Eye Of The Beholder, in cui sul libro di magia selezioniamo direttamente la magia da lanciare) ma devo rendere atto che in questo caso serve memoria per ricordare la combinazione della magia da lanciare e tempo per prepararla, rendendo giustizia a questo aspetto spesso sottovalutato; peccato che gli incantesimi non siano cosi’ potenti come ci si aspetterebbe visti i preparativi per lanciarli. Almeno, nel caso dovessimo sbagliare combinazione ciccando l’incantesimo, la quantità di mana sprecata è minima!

 

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Uno dei pochi punti deboli del gioco è che il bestiario è piuttosto ristretto; c’è una certa mancanza di varietà nei mostri da affrontare. Se ognuno ha delle caratteristiche ben precise, alla fine gli incontri sono sempre uguali. Un maggior numero di entità diverse da affrontare avrebbe sicuramente giovato, visto che alcune sono utilizzate poco e comunque il modo di affrontarle, una volta trovato il modo, si assomiglia quasi sempre. I combattimenti sono comunque sempre interessanti; i nemici non vanno mai sottovalutati, visto che anche quelli più deboli sono comunque in grado di infliggerci pesanti ferite e costringerci a lunghi riposi (e se il cibo dovesse finire nel frattempo?).

 

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La lunghezza del gioco è rilevante; se non siete fra quelli che tentano gli speedrun aspettatevi un’esperienza sulle 30 ore, anche se non siete novizi del genere; il numero di livelli è comparabile a quelli dei titoli storici di riferimento, e se inizialmente la difficoltà non è elevata, procedendo nel dungeon verremo messi a dura prova sia per i nemici coriacei (e che continuano a spawnare) che per gli enigmi, spesso ad essere onesti poco intuitivi ma mai eccessivamente frustranti (e poi oh, alla peggio ci sono le guide online, alla fine è un gioco e bisogna divertirsi). C’è inoltre da considerare che Legend Of Grimrock contiene un editor di livelli piuttosto semplice da usare per poter creare nuovi dungeons da condividere online, ed infatti la produzione degli appassionati non è mancata con alcune realizzazioni di buona fattura e che vanno oltre il e stupidotto “massacra massacra massacra”.

 

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In conclusione Legend Of Grimrock è sicuramente un titolo più che consigliato; è sia un’ottima introduzione al genere per i meno avvezzi che un fresco “riposino” per i giocatori più hardcore.

 

Legend Of Grimrock, 2016
Voto: 8
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