I giochi che rimangono troppo a lungo in early access possono diventare obsoleti prima di essere finiti; Project Zomboid corre questo rischio.
Project Zomboid non è un titolo recente; è infatti in circolazione dal 2013, ed il prossimo novembre compirà dieci anni. Dieci anni di aggiornamenti, cambiamenti, supporto e novità; purtroppo ad un ritmo estremamente lento.
Che sia chiaro, Project Zomboid non è affatto un brutto gioco, anzi: per gli amanti dei survival realistici, si tratta probabilmente di uno dei migliori titoli in circolazione. È difficile, non fornisce alcuna speranza al giocatore e crea un’atmosfera di perenne insicurezza e di minaccia costante che rende le partite una sfida a resistere alla tensione.
Il problema di Project Zomboid è che stiamo parlando di una produzione indie molto ambiziosa il cui scheletro tecnico dopo dieci anni di rimaneggiamenti mostra tutti i suoi limiti.
L’interfaccia è fra le più scomode che mi sia mai capitato di vedere: ad esempio per accedere all’informazione che ci serve spesso dobbiamo navigare tra diversi pop-up che dobbiamo necessariamente tenere aperti costantemente per mantenere la situazione sotto controllo. Oppure, la gestione degli inventari (quello che abbiamo addosso e quelli dei contenitori che troviamo in giro per la mappa) è qualcosa che richiede un lavoro meticoloso.
Anche preparare una partita multiplayer richiede un minimo di studio, non tanto per la configurazione dello scenario (le possibilità di customizzazione sono tantissime), quanto proprio per lanciare ed ospitare la partita. Anche senza voler creare un server dedicato, questo aspetto è decisamente macchinoso.
D’altro canto, Project Zomboid in questi anni ha regalato tante soddisfazioni ai suoi giocatori e si è innovato tantissimo, aggiungendo componenti (specialmente negli ultimi 24 mesi) che sono fondamentali in questo tipo di gioco e che ci si aspetterebbe di trovare subito in un prodotto rilasciato, anche se in early access, come la chat vocale di prossimità o l’utilizzo dei veicoli. Le stesse animazioni ed il sistema di combattimento sono stati profondamente rivisti, passando da movimenti legnosi, e improbabili combinazioni di tasti per colpire, ad animazioni che agli occhi risultano fluide e realistiche, e dinamiche che permettono di iniziare un corpo a corpo in modo intuitivo.
Giocare a Project Zomboid oggi è sicuramente molto più piacevole ed immediato rispetto all’esperienza che si poteva avere qualche anno fa; una recente partita coop del rodato duo de La Tana Del Cobra ha dimostrato che il gioco può piacere, anche se ancora ha parecchio da dover affinare.
Lo sviluppo di Project Zomboid è al tempo stesso in dirittura finale e lungo a concludersi; gli aspetti su cui lavorerà il piccolo team di sviluppo prima di raggiungere la versione 1.0 sono l’inserimento dei PNG, comprendenti incontri, fazioni e personaggi reclutabili; un ribilanciamento delle abilità e delle professioni precedenti all’apocalisse zombi; l’inserimento di animali, compresi sistemi di caccia e allevamento; e (Deo Gratia) una revisione definitiva dell’interfaccia. Tenendo conto che sono passati dieci anni per sviluppare il gioco come lo conosciamo oggi, probabilmente ce ne vorranno altri cinque per vedere la versione finale.
Ad ogni modo Project Zomboid è un titolo già oggi valido e consigliabile per gli amanti delle sfide più impegnative; passando sopra un sistema di interazione non fra i più immediati, le quasi infinite possibilità di Project Zomboid possono regalare una vera storia da raccontare. Ma occhio: il gioco è veramente difficile. Chi cerca una sfida a misura d’uomo, e non di zombi, potrebbe presto alzare le mani e passare oltre.