Europa Universalis 1 e 2: la recensione

“Popolo, prostratevi ai miei piedi!” Il Rinascimento visto dagli occhi dei monarchi; un doppio tuffo carpiato nel passato per riscoprire un’ottima coppia di videogiochi.

 

Ok, lo ammetto. Fin da quando ero bimbo alto così avevo un unico sogno nel cassetto: dominare il mondo. Si, lo so, è una cosa un tantino pretenziosa, specialmente per chi nasce figlio di una qualsiasi famiglia italiana; però non mi sono mai perso d’animo: in attesa del colpo di culo (e sono sicuro che prima o poi arriverà), mi sono allenato tantissimo nella strategia militare e in quella diplomatica (che per una dittatura come la intendo io in fondo non serve tantissimo).

Comunque, ritornando a bomba, ho trovato nei videogiochi di un certo spessore un modo per impratichirmi con guerre e manovre tattiche, sempre però restando confinati in ambito militare. Si, di giochi fantastici sotto questo aspetto ne ho provati (tipo Clash Of Steel, che riproduceva l’intera Seconda Guerra Mondiale), ma di diplomazia manco a sentirne parlare. Arrivò poi Civilization (e i suoi seguiti), che ampliavano di molto il discorso della gestione economica e scientifica, diminuendo però l’accuratezza militare (d’altronde si combatteva su continenti, non su piccole aree) e introducendo una sorta di diplomazia. Ma ancora eravamo lontani.

Poi, un bel giorno di un paio di anni fa, le mie orecchie e i miei occhi assumono una conformazione “a tutta ricezione”: leggo di Europa Universalis, un gioco ambientato nel rinascimento che coprirebbe ogni aspetto, militare, economico, e udite udite, diplomatico. Non ci potevo credere, forse scottato dal fatto che di “diplomazia” nei giochi fino allora non si era vista traccia. Oh, se ne era parlato tanto, ma nei fatti, la cosa più articolata che avessi mai visto fare era un “ti dichiaro guerra perché mi sei confinante”. Un panorama desolante.

 

 

Poi, un altro bel giorno, il corriere mi consegna il pacco di giochi ordinato per posta… E fu subito amore. Europa Universalis (sia il primo che il secondo) vanta il più completo e versatile sistema diplomatico mai visto in un videogioco: l’intelligenza artificiale da questo punto di vista è estremamente elaborata; ma andiamo con ordine.

Innanzitutto si copre un periodo storico minimo di 300 anni (aumentabile a seconda della versione del gioco e di eventuali tool scaricabili in rete), e per questo motivo gli sviluppatori hanno deciso di trattare certi aspetti senza eccessiva profondità, per rispecchiare certe esigenze e situazioni dell’epoca: la gestione dell’economia per esempio non è molto sviluppata, ma questo non è un male. Infatti si può comunuque decidere in quali settori della vita nazionale investire di più (infrastrutture, stabilità politica, tecnologie di guerra terrestri o navali e così via) senza doversi curare dei mille piccoli settaggi propri di altri giochi che rendono pesante il tutto. Sebbene l’economia sia trattata in modo secondario, la sua importanza si ritrova anche in guerra: aspetti come la stabilità e la tecnologia sono fondamentali per vincere le battaglie campali. Già, ma come si svolgono? Del tutto in maniera autonoma: una volta ingaggiato il combattimento, il giocatore non ha alcun tipo di controllo (se non quello di ordinare la fuga).

Infatti tutto è automatico, basato sulla conformazione dgli eserciti (fanti, cavalieri, cannoni), sul morale, sul livello tecnologico, sulla stabilità e mille altri fattori più o meno nascosti. Il gioco, essendo in tempo reale (la velocità è comunque regolabile), permette di osservare gli esiti delle battaglie e degli assedi mentre questi vanno avanti, permettendo di inviare rinforzi o sganciarsi dal combattimento. Questa scelta sicuramente all’inizio lascia spiazzati, ma poi si comprende che effettivamente la gestione degli scontri era lasciata ai propri generali (presenti nel gioco) e non al Re, che per ovvi motivi non poteva essere ovunque.
Una fetta importante del gioco la ricopre l’esplorazione di nuove terre e la colonizzazione delle stesse; io non amo troppo questo aspetto, ma è una cosa del tutto soggettiva; ci sono giocatori che basano tutta la loro potenza economica sull’oro americano o sugli schiavi africani.

Giungiamo, infine, a curare l’aspetto a mio avviso più innovativo e al tempo stesso più importante della serie di Europa Universalis: la diplomazia (e qui mettetevi seduti). Partiamo da questo punto: che ogni nazione ha una relazione con ogni altra nazione che varia da +200 (nel migliore dei casi) a -200 (si odiano a pelle); a seconda di questa relazione, le nazioni gestite dal computer (e sono tutte quelle presenti nella realtà storica) si comporteranno di conseguenza. Le vostre azioni influenzeranno queste relazioni: come gestite la situazione religiosa in continuo mutamento, se avete mire espansionistiche (annettere di continuo nuovi territori non vi farà avere tanti amici), se infrangete le regole politiche dell’epoca.

 

 

Non vi stupite, quindi, quando dopo aver dichiarato l’ennesima guerra contro un piccolo principato, vi troverete tutta l’Europa alleata contro di voi (e vi assicuro che per quanto grossi e potenti possiate essere, sono sempre cazzi, viste le rivolte civili che guerre prolungate provocano nella popolazione). Le alleanze vengono stipulate in modo abbastanza logico, con nazioni vicine che tendono ad aiutarsi o nazioni che si alleano per “mangiarsi” un vicino più o meno potente. È possibile rendere le nazioni invase dei “Vassalli”, cioè incassare la metà dei loro introiti e bloccarne la politica estera, o semplicemente richiedere (sia con le buone che con le cattive) il diritto di passare con le proprie truppe sul loro territorio. Non sempre i vostri alleati vi seguiranno in guerra (come farete voi, d’altronde); valuteranno i pro e i contro e decideranno per il loro meglio.

Non vi è uno scopo predefinito (a parte le missioni, comunque disattivabili); sta a voi trovare gli obiettivi giusti. In passato ho giocato epiche partite con l’Austria, nel tentativo di diventare una potenza europea, o con la Turchia e con la Russia, per diventare i “padroni del mondo”; con la Toscana, cercando di unificare l’Italia (qui potete leggere l’intera storia); ponendosi i propri obiettivi si va a cercare ulteriormente quella realtà storica già fortemente presente in questa serie. Dei due, il secondo è ovviamente più sviluppato, ma il primo è più immediato da giocare (entrambi hanno comunque bisogno di un bel periodo di addestramento) e lo consiglio per iniziare. Ormai lo trovate a prezzo ridottissimo, quindi non fatevelo scappare. Il secondo a volte è troppo farcito di avvenimenti indipendenti dalla vostra condotta di gioco che potrebbe inficiare gli sforzi… Però era questo che succedeva nella realtà! Io, per ogni evenienza, ho installato tutti e due i giochi, e a seconda del tipo di partita che voglio fare gioco con quello più adatto.

Che altro dire? Un patito dei giochi strategici non se li può assolutamente far scappare.

Europa Universalis 1 e 2, 2000 – 2002
Voto: 8

 

Nota della redazione: fino al 2002 La Tana Del Cobra è stato il sito italiano di riferimento per i fan di Europa Universalis. All’epoca abbiamo ricevuto e pubblicato alcuni After Action Reports che potrete leggere nella sezione dedicata.

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