C’è un momento nella vita in cui non si ha più molto tempo da dedicare alla lettura, fagocitati da lavoro, sport, mille impegni di differente natura. Ecco quindi che i libri necessitano di settimane per essere terminati; questo Prove di felicità a Roma Est riesce invece nel miracolo, ti assorbe completamente e si fa leggere in massimo due giorni.
Lorenzo è un ragazzo della provincia toscana, che giunge a Roma per prendersi una maturità facile in uno dei tanti licei privati della capitale. Arrivato pieno di ambizioni e piani, si scontra giorno dopo giorno con una realtà che lo ignora, lo relega al ruolo di comparsa. Quando decide di affrancarsi dal vecchio professore, amico di famiglia, che lo ospita, deve iniziare a provvedere al suo sostentamento; la scelta ricade, grazie ad un compagno di classe, sulle consegne di pizza a domicilio. Questo gli permetterà di vedere una moltitudine di umanità a lui precedentemente ignote, e di lasciarsi coinvolgere da Samia, una ragazza figlia di immigrati marocchini che lavora con lui.
L’italiano (nonostante il nome) Roan Johnson è all’esordio nella letteratura, pur avendo all’attivo alcune scenggiature cinematografiche di bassa rilevanza. Nonostante il suo curriculum non sia affatto promettente, questo romanzo è davvero degno di nota; leggero, brioso, acchiappa letteralmente, cattura l’attenzione e non ti molla fino a che non lo hai finito. E’ scritto con semplicità, senza costruzioni e pomposità. Lo stile di Johnson è di facile approccio (forse troppo, diranno i puristi), ma non ricorre mai a stratagemmi di basso livello come la facile volgarità o la morbosità di certi particolari. Tutt’altro: nelle sue descrizioni è asettico, ma non privo di colore, di calore.
Lorenzo, Samia, Marchino, insomma i protagonisti del racconto, sono tutti descritti con accuratezza, sono lontani dall’essere degli stereotipi; hanno i loro punti di forza e le loro debolezze, sono umani, palesemente come noi, e come noi si guardano dentro, hanno insicurezze e dubbi.
Ha un grande pregio, Johnson: non giudica. Non vuole spingere per un concetto o un ideale; racconta semplicemente una storia dagli occhi di un osservatore, e poi chi vuole farsi un’idea se la faccia. E poi scrive in un modo dannatamente efficace, rapido, ti proietta sulla scena, nell’ambiente in cui si svolge l’azione; e lo fa con discreta maestria, con semplicità.
Questo Prove di Felicità a Roma Est è un romanzo leggero, di certo non uno di quelli che verranno studiati nelle scuole fra 50 anni; eppure, dentro, un segno te lo lascia, quasi a regalare un battito d’ali, a volare leggeri sulle nostre vite, comuni e vere. Vite di tutti i giorni. Consigliatissimo a chi sa stupirsi ancora.