Casinò: la recensione

Tratto da una storia vera, il film affronta in maniera amara il mito di Las Vegas dalla fine degli anni ’70 ai primi anni ’80.

 

Un film sottovalutato, uscito nel 1995 ma proposto dalla TV solo pochi giorni fa, un capolavoro di Scorsese snobbato dalla critica, un movie che sarebbe potuto diventare un cult, ma che è rimasto nel dimenticatoio per troppo tempo, esaltato solo da chi, modestia a parte, si intende di cinema.

Tratto da una storia vera, il film affronta in maniera amara, ma senza per questo dargli anche un pizzico di ironia, il mito di Las Vegas dalla fine degli anni ’70 ai primi anni ’80, anni del dominio mafioso di tutti i templi del gioco.

Cosa Nostra decide di affidare a Sam “Asso” Rothstein (R.De Niro) la gestione del casinò “Tangiers”, con tutto ciò che gli ruota attorno. Scopriamo così una fantastica Sharon Stone, nei panni dell’isterica Ginger, drogata con il vizio del gioco e la passione dei soldi, che fa innamorare Asso De Niro il quale, nonostante sia a conoscenza del fatto che lei non lo ami, prova in tutti i modi a convincerla del contrario.

Chi gli crea non pochi problemi è il suo amico d’infanzia Nicky Joe Pesci, un mafioso dai metodi bruschi, che De Niro descrive così: “se tu stendi Nicky con le mani stai sicuro che tornerà con un bastone, se lo stendi con un bastone tornerà con un coltello e se lo stendi con un coltello stai certo che tornerà con una pistola, e in quel momento dovrai solo ucciderlo perché quella sarà la tua unica speranza di salvarti”.

 

 

L’intreccio tra gioco e guadagni, tra mafia, raccomandazioni e tutto lo sporco che gira intorno al Tangiers è descritto con precisione, girato con sequenze uniche, con un approfondimento nel complesso quasi impeccabile. Non c’è buonismo forzato, i personaggi sono caratterizzati come non si vedeva da tempo (Pulp Fiction è uscito dopo…), ognuno di essi riesce ad essere quello che il regista cerca di far apparire. Le musiche sono molto belle, favorite anche dal periodo in cui è ambientato il film; i titoli di testa sono bellissimi, e la fotografia eccelle.

Le inquadrature sono spesso girate con la Steadycam, oppure a piombo sui tavoli da gioco.

La mia citazione particolare va alla splendida Sharon Stone, mai vista in uno stato di grazia simile, il suo ruolo è il migliore: vamp nella prima parte e grandissima nella seconda alle prese con le sue dipendenze da alcool e droga ed il suo isterismo.

Una domanda mi sorge spontanea e sento di doverla fare: come si fa a snobbare un film del genere?

Guardatelo e a voi la risposta…

 

Casinò, 1995
Voto: 9
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