Pulse: la recensione

Unire buone idee con realizzazioni di bassa qualita’; Pulse e’ un altro di quei film che sarebbero potuti essere molto buoni ma che si perdono da subito.

 

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Un gruppo di studenti americani si diletta a penetrare le reti informatiche della propria universita’; uno di loro verra’ pero’ in contatto con qualcosa di mostruso ed inafferrabile che ne trasformera’ il carattere, scatenando dubbi e conseguenze sui suoi amici.

Pulse e’ il remake di Kairo, film giapponese fanta-horror di appena cinque anni prima, e come molti altri remake americani manca sia della freschezza che della genialita’ dell’originale per emergere, puntando piu’ su protagonisti bonazzi e su una trama solo inizialmente allettante che su una sostanza ed una continuita’ attraverso l’interezza della pellicola.

 

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La storia che ci viene rivelata man mano e’ interessante anche se piuttosto fantasiosa e alla lunga difficilmente credibile. E’ un peccato perche’ ci sono spunti degni di menzione, e se arrivati fino in fondo riusciamo a capire come collegare piu’ o meno tutte le informazioni e le situazioni descritte nel film, durante la visione lo spettatore e’ gettato piu’ nella confusione che nella curiosita’. Ad ogni modo si passa brutalmente da quello che sembra un teen-movie ad un film piu’ solido e strutturato, grazie ad un gradito salto di profondita’ che arriva piu’ o meno a meta’ proiezione. Da questo punto di vista mi vengono a mente certe somiglianze con The Signal, anche se quest’ultimo e’ un film di tutt’altra qualita’.

Il film fa un costante uso di filtri che tendono al blu scuro, cosa che alla lunga risulta pesante. Sembra di vedere la pellicola attraverso una costante lente scura; cosa che e’ sicuramente voluta e puo’ avere un senso se ci riferiamo alla trama, ma talvolta non si dovrebbe esagerare con le sperimentazioni.

 

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Il film e’ diretto da Jim Sonzero (la sua unica realizzazione) e il cast vede un branco di semisconosciuti a popolarlo; la star e’ Kristen Bell, quella di Veronica Mars… il che e’ tutto dire. Attorno a lei ruotano attori di dubbia bravura, fra cui la cantante Christina Millian, memorabile piu’ le sue forme che per la recitazione.

Pulse e’ un film decisamente trascurabile; non uno di quelli brutti brutti, ma che veramente non aggiunge nulla al genere. Specialmente nella prima ora e’ lento, farraginoso, e non genera nessun tipo di empatia nei confronti dei protagonisti Vedetelo solo se in tv non c’e’ altro e avete 90 minuti da riempire in qualche modo.

 

Pulse, 2006
Voto: 4,5
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