Il terzo film della saga è migliore del secondo ma non raggiunge la sufficienza, rimanendo un film di serie C che non merita la visione.
Se i seguiti di Starship Troopers non hanno avuto un gran riscontro di pubblico il motivo è evidente: si tratta di film realizzati puntando tutto sulla spettacolarità, tralasciando ogni aspetto coerente in fase di sceneggiatura.
Starship Troopers 3 – L’Arma Segreta conclude la trilogia fornendo una prova deludente, anche se non così disastrosa rispetto al secondo film della saga.
Ritroviamo Casper Van Diem (Il Mistero Di Sleepy Hollow, Alita – Angelo Della Battaglia) nei panni del sergente Rico, questa volta promosso a colonnello, ed eroe magnifico, supremo e perfetto. Il suo personaggio, ampiamente funzionante nel primo film, qui risulta borioso e vittima di un onore cieco, e soprattutto mai simpatico.
Anche se non tutta la storia gira intorno alle sue gesta, la presenza di Casper Van Diem è una delle poche cose che tiene a galla la recitazione; questo insieme al lavoro fatto da Jolene Blalock, attrice che comunque il mondo dello spettacolo ha non a caso presto dimenticato.
La trama è sicuramente più elaborata rispetto al secondo capitolo, ma risulta fondamentalmente poco credibile e le sue carenze vengono a galla ben presto durante la proiezione. Quasi sempre ci troviamo di fronte a situazioni non credibili, difficilmente giustificabili anche in un film d’azione. Gli alieni sono fin troppo organizzati per essere privi di una qualsivoglia tecnologia, e sebbene certi spunti possano richiamare alcuni temi classici della fantascienza, la realtà è che non si riesce a dare credito quasi a nessun passaggio durante lo svolgimento del film.
La cosa curiosa è che regia e sceneggiatura sono sulle spalle di Edward Neumeier, sceneggiatore del primo film che era stato realizzato benissimo.
Gli eccessi che nel primo capitolo erano sapientemente bilanciati qui sono stucchevoli, e l’utilizzo di ragazze bonazze non è accompagnato da un livello recitativo che ne giustifichi la presenza (come nel secondo film). È evidente come Starship Troopers abbia segnato una strada ed avesse un lavoro di estrema cura alle spalle, mentre i suoi seguiti sono produzioni unicamente votate a raccogliere quanto possibile al botteghino considerando budget miseri e impiegati quasi unicamente per gli effetti speciali.
A proposito di effetti speciali, Starship Troopers 3 – L’Arma Segreta ne fa un discreto uso, senza abusarne e mantenendo un livello di realizzazione sicuramente all’altezza. Ancora una volta non siamo ai livelli del primo film, ma almeno su questo aspetto Starship Troopers 3 può affermare di poter restare stabilmente sulle proprie gambe.
Starship Troopers 3 – L’Arma Segreta è (fortunatamente) l’ultimo film della saga. Esiste poi una serie in computer graphics dal titolo Roughnecks: The Starship Troopers Chronicles, nonché due film animati a completare il racconto sul mondo degli aracnidi; la prima è pressoché introvabile e i due film sono tralasciabili.
L’invito è quello di vedere ed ammirare il primo film e scordare tutto il resto: come nel caso di Resident Evil, i seguiti sono porcherie.