L.A. Noire: la recensione

In un panorama videoludico piuttosto scevro di polizieschi, L.A Noire rappresenta un buon compromesso fra azione ed investigazioni.

 

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Negli ultimi anni ci sono molti giochi che sono spacciati per avventure, quando in realta’ non sono nient’altro che una lunga sequela di dialoghi intervallati da qualche scelta che non cambia la sostanza e piccole scene d’azione (vedi i titoli Telltale, come The Walking Dead). Si tratta di una forma di narrazione videoludica piu’ compassata e rilassante rispetto ai canoni classici delle avventure dove bisogna girare, cercare, spremersi le meningi e capire come procedere nella storia. In questi titoli tutto e’ bello pronto e diretto, e non c’e’ molta difficolta’ nel raggiungere la fine. Ecco, questi titoli devono molto a L.A. Noire.

Uscito nel 2011 ad opera della Rockstar, lo stesso publisher dei vari Gran Theft Auto (ovvero GTA), ci troviamo ad un gioco che nella sostanza e’ piuttosto lineare, ma che conta molte frecce al suo arco. Vestiremo i panni di un veterano di guerra (siamo alla fine degli anni ’40) che si arruola in Polizia ed in breve diventa un detective di tutto rispetto; con una visuale in terza persona guideremo il nostro alter ego attraverso le numerose indagini per scoprire mano mano i colpevoli dei casi che ci verranno affidati.

Le indagini richiedono la nostra presenza sul luogo del crimine, e cercando indizi e parlando con testimoni e sospettati arriveremo il piu’ delle volte a risolvere il caso. Gli interrogatori sono condotti attraverso domande a risposta multipla. Reagendo nel modo corretto alle risposte che ci vengono fornite otterremo informazioni aggiuntive che possono semplificarci la vita. E qui troviamo il primo aspetto veramente interessante di L.A. Noire: tutte le animazioni facciali, specialmente per le inquadrature in primo piano, sono curatissime e particolarmente veritiere. E’ tramite le espressioni degli indiziati che tenteremo di capire se sono in difficolta’, in imbarazzo, se sono agitati o tranquilli. La resa in movimento e’ fantastica, ed in certe occasioni sembra di trovarsi di fronte una persona in carne ed ossa.

 

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Ad ogni modo gli interrogatori sono condotti in modo tale che, a prescindere dalla nostra bravura nel cogliere i dettagli, l’indagine possa andare avanti fino alla fine. Difficilmente ci troveremo bloccati in un punto, ed in tal caso potremo ottenere degli aiuti per capire dove si trova quell’indizio che continua a sfuggirci o come trattare il sospetto.

Per raggiungere il luogo del crimine o il testimone da interrogare avremo a disposizione un’auto da guidare; ed e’ rappresentata una buona fetta della citta’ di Los Angeles di quegli anni. Non posso confermare quanto la riproduzione sia fedele alla topografia dell’epoca, ma tutta l’ambientazione e la musica che viene trasmessa alla radio ci aiutano ad immergerci nel clima giusto. Guidare e’ piuttosto divertente (potremo anche mettere la sirena, con passanti e veicoli a comportarsi di conseguenza) ma ancora una volta ci sono dettagli che lasciano interdetti. E’ possibile guidare in modo estremamente spericolato, distruggendo idranti e veicoli di poveri cittadini, il tutto senza alcuna conseguenza concreta. Contrariamente ai vari GTA, l’enormita’ del mondo in cui muoversi non regala reali possibilita’ di interazione coi passanti o le auto in transito; si tratta di un mondo bellissimo ma in cui solo pochi, determinati punti e’ possibile fare qualcosa (e sempre in relazione all’indagine in corso). A volte durante il trasferimento da un luogo ad un altro verremo contattati dalla centrale per intervenire su crimini comuni che sono divertenti intermezzi alla routine; e’ in queste situazioni che vedremo la maggior parte degli scontri a fuoco e degli adrenalici inseguimenti che sono probabilmente il meglio di quello che L.A. Noire puo’ offrire.
Purtroppo alcune missioni non sono ottimamente realizzate e fallendole occorre ripeterle  daccapo, sorbendosi ogni volta anche un intero minuto di sequenza animata non skippabile… un vero tedio.

 

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Proseguendo nel gioco ci si chiede come facciano gli investigatori ad arrivare sempre con maggiore facilita’ a trovare il bandolo giusto della matassa; e’ evidente che mentre i primi casi sono strutturati con cura e studiati per bene, le ultime fasi del gioco si basa su situazioni tirate un po’ via, a volte messe su alla bell’e meglio per chiudere il lavoro. In questo modo si vanifica l’enorme lavoro fatto in precedenza e che regala, almeno fino alla meta’ della storia, un profondo senso di credibilita’ al gioco.
Sono presenti alcuni bug mai risolti, come il cursore che perde il focus all’interno del gioco se si fa alt+tab, costringendo il riavvio del gioco (che implica un lungo caricamento anche solo per passare fra un menu e l’altro), e l’interfaccia utente e’ piuttosto scomoda (per esempio per vedere la mappa basta premere un tasto, ma per uscirne e tornare all’azione bisogna premere piu’ volte il tasto ESC). Gli stessi combattimenti a mani nude, per quanto divertenti, avrebbero meritato di essere resi piu’ snelli e meno macchinosi per quanto riguarda il controllo del nostro beniamino.

 

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D’altro canto, L.A. Noire offre momenti di insolita durezza, difficilmente riscontrabile nel mondo dei videogiochi. Non e’ affatto comune trovare corpi carbonizzati e pezzi di budella esposti con asettica naturalezza (perche’ questo e’ il tema del gioco). Magari in alcuni giochi possiamo aspettarci scene crude e splatter (i classici giochi di zombi e mutanti, per esempio, ne sono pieni: vedi Resident Evil o Dead Space), ma sono sempre inseriti in contesti in cui siamo piu’ che preparati psicologicamente. Qui si scende dalla macchina con in mano il caffe’, parlando della partita di baseball della sera prima, e veniamo posti di fronte a scene talvolta inquietanti – come nella realta’ della vita degli investigatori. Dato che queste situazioni sono comunque rare, ci troviamo davanti ad un ottima trovata che spiazza chi gioca e non si aspetta minimamente queste situazioni.
Altro aspetto interessante e’ l’empatia che si viene a creare con il protagonista del gioco e le relazioni che sviluppa con i suoi partner di lavoro. I diversi caratteri e modi di fare consentono la realizzazione di interessanti contrapposizioni, anche se a volte si scade nel territorio del “gia’ visto”.

 

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Le influenze di GTA sono notevoli: ma qui ci troviamo (fortunatamente) dalla parte della legge e quindi per ovvi motivi avremo meno liberta’ d’azione. Sebbene legati ad una storia ben precisa, il gioco si sviluppa semplice e lineare in modo tutto sommato coinvolgente. Gli scontri a fuoco sono molto divertenti (forse un pelo troppo facili), e gli inseguimenti in auto molto coinvolgenti (adrenalinici, come dicevo prima). Musice e grafica sono di alto livello, nonostante si avvertano certe sbavature nei primi piani; ma complessivamente lasciano sbalorditi e ci permettono, come gia’ detto, di immergerci con tutta l’anima nell’America di fine anni ’40.

In conclusione, ci troviamo di fronte ad un titolo a basso tasso di impegno, da giocare (talvolta “vedere”) quando non abbiamo voglia di buttarci in giochi dove si richieda troppo ragionamento o se non cerchiamo troppa frenesia. I casi sono molti e possono durare anche un paio d’ore ciascuno, cosa che porta una longevita’ piuttosto elevata.

L.A. Noire e’ un piacevole diversivo che copre un ambito, quello dei polizieschi, troppo ignorato e che meriterebbe maggiore attenzione.

 

L.A. Noire, 2011
Voto: 7.5
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