Quando manca la grinta


E’ dalla scorsa settimana che volevo dire la mia su questa Virtus. Ho temporeggiato, aspettato, mi sono calmato. Poi e’ arrivata la partita contro Bologna, e il tempo degli alibi e delle attese e’ finito.

 

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Umiliati da Bonn in casa

Dopo la strabiliante ed inaspettata stagione scorsa, che ha visto la Virtus Roma arrivare a giocare la finale con la solita Siena, solita nella concretezza ed in certi fischi sistematicamente a lei favorevoli, era auspicabile trovare una certa continuita’ dopo anni di rivoluzioni nel roster e nello staff tecnico. Invece il roster e’ stato in gran parte rivoluzionato, cosa inevitabile visto il ridotto budget a disposizione, e anche l’allenatore e’ cambiato, con non poche polemiche.

Si era partiti con aspettative di un certo livello: un parco giocatori sicuramente piu’ lungo e probabilmente piu’ tecnico ed equilibrato della scorsa stagione (sebbene fosse evidente da subito che mancasse un 4 interno e un vero cambio per il nostro unico play), un allenatore che sebbene non abbia mai fatto nulla di eclatante e’ stato diversi anni alla corte di Pianigiani, e qualcosa dovrebbe aver imparato.
Ora, dopo un mese e mezzo, ci troviamo con una squadra che pecca clamorosamente nell’aspetto piu’ importante e che le aveva permesso di ottere quei fantastici risultati della scorsa stagione: la voglia di lottare.

Numerose sono le attenuanti che ho dato a questo gruppo fin dall’inizio della stagione: l’arrivo tardivo dell’allenatore, impegnato con la Nazionale in Slovenia; i tempi di adattamento naturali per chi arriva dal college o da esperienze meno dure del nostro campionato; la necessita’ di recuperare dagli infortuni; il dover imparare a conoscersi, a utilizzare nuovi schemi, nuovi metodi. Ora pero’ basta.

Alle stentate vittorie a Montegranaro, con Brindisi e a Caserta, e a quelle convincenti contro Mons e in parte Berlino (l’ultmo quarto e’ da censurare), si contrappongono le evitabili sconfitte contro Avellino e Cantu’, le brutte sconfitte contro Dunkerque, Saragozza e Bonn, e il suicidio contro Bologna. Nel tempo si e’ manifestata chiaramente l’incapacita’ di questo gruppo di essere presente in ogni fase dell’incontro, di voler lottare e sbattersi per vincere nei momenti di difficolta’. Manca l’energia, l’impegno, l’intensita’; e questo e’ inaccettabile.

I giocatori reduci dalla scorsa stagione sembrano sotto tono: da Taylor che per l’infortunio non ha fatto la preparazione precampionato, a D’Ercole, efficacissimo in difesa ma un po’ spuntato in attacco, a Goss, poco incisivo. I nuovi stentano: tra Mbakwe ed Eziukwu non abbiamo un lungo pesante e che difenda , Hosley – che da solo ha risolto le prime due partite di campionato – sembra giocare piu’ per se stesso che per la squadra, Moraschini, un potenziale crack anche lui utilizzato molto poco, deve essere ricostruito dopo la pessima stagione scorsa di Bologna. Al momento gli unici che meritano la promozione sono Baron, che dopo un difficile inizio la sta mettendo da ogni parte del campo, e Jones, arrivato in ritardo per via del passaporto e degnamente sostituito temporaneamente da Ignerski (a parte l’orrida difesa). Davvero troppo poco.

Dalmonte, che ha preso il posto di Calvani a meta’ estate, dopo una lunga trattativa probabilmente anche gestita male, sembra non incidere sull’aspetto psicologico dei giocatori; il gioco d’attacco e’ assente, di schemi se ne vedono pochi (l’uscita dai blocchi di Baron e l’isolamento esterno, sempre che si possa chiamare schema). Durante la partita la sua mano e’ impalpabile; non apprezzo gli urlatori, gli allenatori che brutalizzano i propri giocatori ad ogni palla persa, ma vederlo con le mani in tasca per tutto il secondo tempo durante la disfatta contro Bonn, senza dire una parola, fa rabbia. Domenica, contro Bologna, nel quarto quarto e’ mancata la presenza sul campo, e invece di prendere decisioni tempestive e dare una scossa ai giocatori si e’ concesso ad un giocatore di certo non gran livello come Jordan di massacrarci sotto le plance.

 

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Una pippa a cui abbiamo consentito di decidere l’esito del quarto quarto

 

Le informazioni che mi arrivano dall’interno mi parlano di un allenatore molto duro in allenamento, del fatto che l’Eurocup non interessa e porta via risorse ed allenamenti utili alla costruzione del gruppo, di un certo scollamento fra giocatori ed allenatore, di poco attaccamento alla maglia. Sono informazioni a volte in contrasto fra di loro, abbastanza attendibili ma non da metterci la mano sul fuoco; resta il fatto che i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
C’e’ poco rispetto per i tifosi, per chi crede in questa squadra, per chi pensa che in campo si deve dare tutto, specialmente se pagati per farlo.

E qui apriamo un altro discorso, perche’ quello che dice il mio amico Roberto e’ vero: certe partite si vincono anche con il pubblico; e il pubblico di Roma e’ assente.
Prima ci sono state le sterili polemiche degli scorsi playoff, con la querelle sullo spostamento al PalaLottomatica voluto da gente che avra’ visto si e no 5 partite in tutta la stagione; persone pronte a criticare le scelte di Toti senza capire che il PalaTiziano, scomodo da raggiungere, brutto e poco funzionale, puo’ diventare pero’ una bolgia infernale per i suoi spazi ristretti e per la vicinanza al campo di gioco. Poi le accuse all’aumento del costo dell’abbonamento – rimasto fermo per tre-quattro anni – e dei biglietti, quando con 10 euro si va in galleria. E come se non bastasse, sembra di giocare sempre in trasferta: le curve ci provano ad alzare qualche coro (Domenica, contro Bologna, sono stati esemplari, coi tre gruppi finalmente coordinati e uniti nel canto), ma a parte qualche sporadico gruppo di tribuna e qualche singolo qua e la’, il resto del pubblico e’ totalmente passivo, come se fosse capitato per sbaglio al PalaTiziano (e infatti non di rado si vede gente giocare coi propri telefonini piuttosto che guardare la partita). L’ambiente e’ freddo, e veniamo costantemente soverchiati dai tifosi ospiti; I trenta tifosi di Bonn, nella loro massima correttezza, hanno alzato un coro lungo 40 minuti, travolgendo il palazzetto con le loro voci e incitando i loro giocatori dall’inizio alla fine.

 

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Se non volete tifare, le partite guardatevele in televisione

 

Questa sera c’e’ una partita dentro-fuori a Dunkerque. Domenica una difficile partita a Cremona. E’ il momento delle risposte, che questi giocatori devono assolutamente dare. Dalmonte nelle ultime due pessime uscite ha dichiarato “ci metto la faccia”, Goss ha dichiarato che i tifosi e la maglia non meritano questo trattamento. Credo nelle loro parole e nella loro buona fede, specialmente del nostro esterno americano; ma e’ il tempo di affiancare i fatti alle parole. Perche’ i tifosi veri sostengono la squadra nei momenti di difficolta’, ma per chi non si impegna i fischi sono dietro l’angolo.

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