La Lagarde continua a navigare a vista. A quando un cambio della guardia?

Con un laconico “la rotta è imprevedibile”, il Presidente della BCE dimostra ancora una volta di non saper cosa fare in merito all’economia europea.

 

 

Il discorso della settimana scorsa che Christine Lagarde ha pronunciato in merito all’inflazione galoppante e agli aumenti dei tassi di interesse ha confermato una volta di più l’approssimazione e l’inadeguatezza dell’attuale Presidente della Banca Centrale Europea.

L’affarista francese vicina a circoli influenti come quello di Davos, da quanto è a capo della BCE ha inanellato una serie interminabile di errori dalle pesanti conseguenze per i cittadini europei; ma apparentemente la francese è intoccabile. Appena insediatasi, nel marzo 2020, in piena emergenza Covid affermò che il problema degli spread (e quindi del debito indotto verso i paesi più deboli dell’Eurozona) non era affar suo; con il risultato di contribuire a far crollare le borse di tutta Europa (dai -10% di Londra, ai -12% di Francoforte e Parigi fino al -17% di Milano).

La mancanza di capacità alla guida della BCE si è vista anche negli anni a seguire, con una passiva e minimale attenzione alla crisi inflattiva che stava montando negli USA e che per forza di cose sarebbe presto arrivata in Europa. La Lagarde ha volutamente ignorato la cosa, e se tutti davano per certo che la crisi sarebbe stata forte, la francese ha fatto spallucce come suo solito, indicando l’inflazione come un fenomeno leggero e temporaneo. Ben sappiamo come siano andate e stiano andando in realtà le cose.

 

 

Ma anche la reazione della BCE di fronte al fatto compiuto è stata carente e tutt’ora latitante; nei fatti, dall’inizio della crisi (o meglio dal suo insediamento) la Lagarde non ha assolutamente indicato una direzione chiara per l’istituto che presiede, nè una strada da seguire per combattere l’inflazione, limitandosi a scimmiottare quando disposto dalla FED. Gli annunci sugli aumenti dei tassi d’interesse vengono puntualmente anticipati da voci di corridoio ed esternazioni di esponenti della BCE; ma non viene mai condiviso, ufficialmente o meno che sia, quale sia la strategia a lungo termine in merito.

E questo per un semplice motivo: non c’è nessuna strategia nella mente dell’affarista francese. La donna più potente d’Europa, colei che nei fatti controlla l’economia dell’Eurozona, da quando è in carica non ha tirato fuori lo straccio di un piano, di un’idea, di un indirizzo finanziario. Assolutamente niente. Il risultato è che la BCE agisce e agirà esclusivamente di rimessa, lasciando che a direzionare il timone dell’economia internazionale siano attori esterni all’Unione Europea.

Ci troviamo qundi di fronte all’ennesimo abbandono di campo da parte degli interpreti principali dell’UE; se il sentimento popolare verso la massima istituzione europea vacilla è proprio per elementi di questo genere, messi nei posti di comando più per legami interni che per scelte popolari. Sono personaggi di dubbio valore, che hanno l’unico merito di aver ben coltivato le loro frequentazioni (la stessa Lagarde è stata coinvolta in uno scandalo di finanziamenti indebiti nei confronti di Bernard Tapie, imprenditore vicinissimo a Sarkozy; condannata, non si è dimessa dal ruolo di Direttore Generale del Fondo Monetario Internazionale), e che infatti sembrano voler fare gli interessi delle lobby prima che dei sudditi (pardon, cittadini) che fanno parte di questa Unione Europea.

Non ci si chieda quindi perchè è in atto una frattura sempre più ampia all’interno dell’UE, accentuata dalla crisi degli immigrati clandestini e dalla guerra in Ucraina.

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