Apocalisse Z: la recensione

In un panorama ormai abusato, Apocalisse Z e’ un discreto racconto dell’ennesima epidemia di zombi, capace di far stare sulle spine il lettore nonostante le sue piccole lacune.

 

20140107 apocalissez1

Manel Loureiro e’ un giovane autore spagnolo che lavora da qualche anno nel campo dello spettacolo, con collaborazioni con radio private, universita’ e televisioni locali. Apocalisse Z e’ nato come un piccolo esperimento, un blog su internet, ed e’ presto diventato un caso letterario che lo ha trasformato in un libro vero e proprio, con un buona diffusione in Spagna.

Non sto troppo a soffermarmi sulla trama: e’ un altro racconto che parte dal giorno uno, ma questa volta e’ ambientato in Spagna, raccontato come un blog dal punto di vista del protagonista. Si comincia dalla vita quotidiana, con il blog usato come terapia come suggerito dal medico curante, per poi annotare strani eventi nel mondo, fino a raccontare l’arrivo degli zombi sotto la casa del protagonista.

Ci sono piccole sorprese, alcune idee carine in Apocalisse Z; intanto, il modo in cui la storia e’ raccontata: come detto si inizia come se si leggesse un blog; poi il taglio del racconto cambia, passando alle note scritte in mancanza di corrente, e sporadicamente di parti in terza persona. Forse questo passaggio e’ il meno riuscito, e se ne avrebbe potuto fare a meno.
La cosa probabilmente migliore di tutto il racconto e l’atmosfera che si respira nel momento in cui l’orda si avvicina, avvolta in un clima di mistero tenuto dalle autorita’ mondiali. Non nascondo che a leggere questa parte, e i primi contatti con gli zombi, ho vissuto una tensione durante la lettura che difficilmente ricordo. La prima meta’ del libro e’ davvero tesa, fra incognite, rumori, movimenti furtivi e tentativi di fuga dalla zona infetta.
Non si puo’ dire lo stesso della seconda parte, quando il protagonista entra in contatto con altri sopravvissuti; il racconto perde colpi, e nonostante mantenga vivo l’interesse nel lettore, ci sono diversi stereotipi e passaggi banali che lasciano perplessi.

E’ abbastanza chiaro che le idee che hanno spinto inizialmente Loueiro sono finite durante la narrazione, ma il risultato finale e’ piu’ che accettabile, anzi; se si concede un minimo di beneficio d’inventario, il romanzo scorre via piacevolmente. Quello che forse non doveva fare era di lasciare un finale aperto, spalancando le porte a un seguito che e’ puntualmente arrivato.

 

20140107 apocalissez2

 

I Giorni Oscuri racconta l’epopea dei sopravvissuti in una comunita’ strana e ostile. Non voglio raccontare proprio nulla in questo caso, ma traspare chiaramente che il tutto e’ tirato oltremodo per i capelli. Narrativamente le fasi d’azione sono sempre molto belle e interessanti, ma manca completamente il senso logico del perche’ si arrivi a questo. E’ una occasione mancata: si potevano sfruttare molto meglio, e in modo molto piu’ maturo e meno “filmetto d’azione”, le tematiche legate alla ricostruzione di comunita’ in una zona controllata, con tutti i problemi legati agli approvvigionamenti, allo stress, alle malattie comuni. I Giorni Oscuri fallisce completamente sotto questo aspetto, e ancora una volta propone un finale aperto per il terzo libro, L’Ira dei Giusti, che certamente non leggero’ (perche’ sono un giusto e sono arrabbiato con questo annaquamento della storia).

Complessivamente, suggerisco vivamente agli amanti del genere di leggere il primo libro, davvero interessante, mentre sconsiglio la lettura del secondo capitolo. Sul terzo, Amazon porta molte recensioni da 4-5 stelle dove pero’ si dice che e’ lontano anni luce dalla tensione del primo. Vabbe’.

Manel Loureiro – Apocalizze Z, 2010
Voto: 7.5
Apocalisse Z, I Giorni Oscuri, 2011
Voto: 5

Per condividere questo articolo: