Stranger Things – Stagione 2: la recensione

Non si possono giustificare le numerose mancanze di una serie solo appellandosi al suo fascino ed alla sua atmosfera.

 

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Nella scorsa primavera avevamo recensito la prima stagione di Stranger Things, dando un giudizio positivo sulla serie diffusa da Netflix. Nonostante non tutto filasse a meraviglia nella logica degli accadimenti, non si poteva che essere d’accordo con MarcoF nel suo elogio; ma solo a pochi mesi di distanza mi trovo a recensire una seconda stagione che non solo delude, ma tradisce in parte quello che di buono era stato fatto.

Ambientata nella stessa cittadina, la seconda stagione inizia in modo molto promettente; una serie di nessi temporali e situazionali ci ricollega ai vecchi protagonisti, che sono costretti piano piano a riaffrontare l’orrore vissuto appena pochi mesi prima. Il cambio di passo e’ pero’ enorme; dal sapiente uso di mistero e terrore si passa ad un massiccio utilizzo di scene d’azione, tipiche delle seconde-terze stagioni di ogni serie americana, quando le buone idee iniziali sono esaurite e occorre riempire il sandwich con qualche companatico, foss’anche di bassa qualita’.

 

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Ed infatti il livello della seconda stagione crolla drammaticamente con l’andare degli episodi; scene (od interi episodi) fini a se stesse, e che potrebbero avere un senso soltanto in funzione di una (ahime’) gia’ annunciata terza stagione; scelte dei protagonisti completamente irrazionali (ma se sai a cosa vai incontro, perche’ ci vai solo invece di portarti appresso il Settimo Cavalleggeri?), ragazzini che scompaiono da casa per giorni senza che nessuno si preoccupi, interi caricatori di fucili d’assalto inefficaci contro mostri che poco dopo vengono abbattuti dalle stesse armi sparando un singolo colpo, gente inspiegabilmente lasciata in vita apposta per poter fare una cosa che aiuta i protagonisti… e potrei continuare.
Gli sceneggiatori hanno veramente dato il peggio di se, ed e’ un peccato perche’ le basi per far bene c’erano, e potevano essere solide.

 

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I protagonisti si comportano discretamente bene, con la conferma del vecchio cast e l’inserimento di nuovi elementi che pero’ si dimostra spesso essere tutt’altro che allo stesso livello.
Molto coreografiche le scene d’azione (tralasciando la loro ricorrente improbabilita’),  con una discreta cura al dettaglio. L’impatto e’ buono, come gli effetti speciali.

 

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I riferimenti agli anni ’80 sono costanti, ma sembrano essere messi a casaccio ed in modo disconnesso tanto perche’ qualcosa che caratterizzasse l’ambiente andava piazzato. Canzoni piazzate strategicamente ad inizio puntata ma prive di contesto, oggetti cult dell’epoca buttati in mezzo a urlare “eh sono gli anni ’80!” sono tutte cose che potevano e dovevano essere integrate molto meglio con il continuum della storia oppure essere omesse, vista la mancanza del loro valore aggiunto; questo al contrario della prima stagione, dove le relazioni con i protagonisti e la loro storia erano ben evidenti. In piu’ vengono impropriamente ed incredibilmente utilizzati dei termini che negli anni ’80 non esistevano assolutamente (il concetto di “stalker” come persecutore e’ proprio degli ultimi anni, e sentire una ragazzina che lo usa ripetutamente e’ ogni volta una coltellata al cuore).

 

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Insomma, questa seconda stagione di Stranger Things e’ qualcosa di poco presentabile, una occasione ottima gettata nel cesso. Una vergogna, visti i presupposti e le comunque interessati situazioni create. Probabilmente vedro’ la terza stagione, ma per mera curiosita’; non certo con la brama che suscitano serie di ben altro spessore.

 

Stranger Things – Stagione  2, 2017
Voto: 5
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