Nido di Vespe: la recensione

Se avete 100 minuti da riempire, Nido di Vespe può essere una possibile alternativa; basta non aspettarsi troppo.

 

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Spesso su queste pagine mi trovo a lodare i film europei, quando paragonati a quelli statunitensi; magari poveri di mezzi, sono solitamente solidissimi in quanto a trama e sceneggiatura.
Non e’ il caso di questo Nido di Vespe; ci troviamo di fronte da una pellicola che presenta parecchie situazioni non credibili ed esasperate, sebbene alla base la storia sia estremamente intrigante.

2002, Strasburgo. Un pericoloso criminale internazionale viene catturato dalla Polizia europea e trasferito per il giusto processo; al tempo stesso un gruppo di piccoli malviventi tenta il colpo grosso all’interno di un magazzino che contiene materiale elettronico. Sulla strada di entrambi i gruppi si frappongono i sodali del criminale, che tenteranno di liberarlo con ogni mezzo fino a scatenare una vera battaglia.

 

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Nido di Vespe e’ un film d’azione dei piu’ classici; qui i dialoghi e la sequenza di azioni hanno una importanza limitata, e tutto viene incentrato sull’adrenalina e sullo stupore che si vuole far provare allo spettatore. Purtroppo il risultato non e’ dei migliori.
Tutto e’ molto esaperato, nei gesti e nelle situazioni, e non aiuta certo a conferire credibilita’ al film. La scena della sistemazione del criminale e’ ridicola, con gesti che sembrano mutuati direttamente da qualche cartone giapponese per ragazzini; altrettanto inverosimili gli scontri a fuoco, dove i proiettili sibilano a decine e i nostri eroi si rifugiano dietro lamierini che si rivelano eccezionalmente impenetrabili.

La stessa recitazione degli attori non convince; abbiamo un pacchetto piuttosto buono, di base, con Samy Naceri (Taxxi), Pascal Greggory, Nadia Fares e l’inaspettato Valerio Mastandrea in un ruolo secondario; intorno a loro il vuoto o quasi, con personaggi che non convincono o che addirittura indispongono per la pessima recitazione. Unica nota degna di menzione sepciale quella di un irriconoscibile ma azzeccatissimo Angelo Infanti (il “battente bandiera Liberiana” di Borotalco) nel ruolo del capobanda albanese).

 

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Le note positive vengono esclusivamente dagli scontri a fuoco, irreali ma oggettivamente d’effetto, e dalla storia di fondo, che si giova di un paio di intuizioni mica da ridere, come quella di vedere storie parallele che si fondono insieme. La fotografia e’ adatta allo scopo, e pur non eccellendo in qualche modo porta a casa un risultato di tutto rispetto. Non c’e’ una vera colonna sonora, mentre le forzature di certe scene e certe azioni dei personaggi sono da imputare al regista Florent Emilio Siri, autore anche del mediocre Giorni di Guerra che non si discosta molto in quanto a qualita’ da questo Nido di Vespe. In effetti in certi momenti sembra di veder recitare Stanis La Rochelle e Corinna Negri in Gli Occhi del Cuore (Boris). Non ci siamo proprio.

 

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Nido di Vespe non e’ un film che mi sento di consigliare, anche se non si tratta di una porcheria completa. E’ uno di quei film invecchiati male male male e che all’epoca della loro uscita erano per lo meno riusciti a catturare l’attenzione per via delle scene d’azione. Ma in fondo, se non c’e’ sostanza, la via dell’oblio e’ d’obbligo.

 

Nido di Vespe, 2002
Voto: 5
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