La terza stagione apre nuove linee narrative che coinvolgono tutti i sopravvissuti alla purga di Mandalor, accantonando il rapporto tra i due protagonisti; ma perché?
La terza stagione di The Mandalorian si apre con la necessità di realizzare il desiderio del nostro cacciatore di taglie di tornare “puro”, dopo aver dovuto infrangere il suo credo durante la seconda stagione. L’iniziale impostazione però si trasforma in qualcosa di molto più ampio e decisamente più complesso.
Il legame tra i nostri protagonisti, Grogu e Din Djarin, è sempre stato al centro di questo progetto rimanendo spesso il punto focale delle trame raccontante. Con questa terza stagione qualcosa cambia ed i due si troveranno a dividere il ruolo di protagonisti con Bo-Katan Kryze, il personaggio interpretato da Katee Sackhoff.
Il cammino di espiazione di Din Djarin lo condurrà fino a Mandalor, il pianeta natale della sua congrega. Purtroppo questo mondo è stato reso inospitale dalla “purga” imperiale, che ha distrutto tutto e reso invivibile la superficie del pianeta, o perlomeno è quello che tutti pensano. I sopravvissuti al massacro sono dispersi per l’orlo esterno e vengono ingaggiati come mercenari da chi può pagare per i loro servizi.
I mandaloriani piacciono, forse anche più degli Jedi proposti con le ultime produzioni (Obi-Wan Kenobi), e questo spinge una sagace produzione ad investire sul mondo che è stato sviluppato da Jon Favreau, lo sceneggiatore della serie. In aggiunta a questo, Dave Filoni, co-produttore della serie, ha dichiarato che dirigerà uno dei film della prossima trilogia dedicato proprio a questa linea narrativa. Ecco spiegata la deriva che ha preso questa terza stagione che deve assolutamente ampliare gli orizzonti mandaloriani sfruttando proprio la figura di Bo-Katan, la reggente decaduta di Mandalor, e creando una solida base di partenza per il progetto cinematografico.
Dando più spazio al personaggio di Katee Sackhoff (Battlestar Galactica) è inevitabile che qualcuno debba per forza perdere visibilità. La necessità di espiazione del personaggio di Pedro Pascal (Narcos) è indubbiamente il motore trainante della serie e quindi chi purtroppo ne paga le conseguenze, in termini di visibilità, è il nostro simpatico Grogu. L’ex Baby Yoda, nei primi episodi, viene quindi relegato ad un semplice ruolo di spalla divertente ed adorabile, per poi tornare, nel finale di stagione, ad un ruolo più attivo.
Con l’obiettivo di ampliare la linea narrativa dei mandaloriani è stato necessario dare nuove informazioni sui due fulcri di potere che in questo momento temporale dominano la galassia lontana lontana: la Nuova Repubblica e i resti dell’Impero che daranno vita al Primo Ordine. È in quest’ottica si deve leggere “Il Convertito”, l’unico episodio atipico di questa stagione che abbandona del tutto la trama principale e che ci presenta uno spaccato di come il vecchio personale dell’Impero viene assorbito nella Nuova Repubblica.
Una parentesi che si avvicina molto alle meccaniche di Andor e che ha probabilmente dei risvolti importanti, forse addirittura più con i progetti a venire che con la trama principale di questa stagione. Sicuramente più interessanti sono invece gli spunti narrativi che raccontano delle macchinazioni dei resti dell’Impero che gettano le basi per la nascita del Primo Ordine. Un passaggio che mancava e che riallaccia la serie alla tanto contestata ultima trilogia e in particolare al film: Il Risveglio Della Forza.
The Mandalorian si può però fregiare di aver introdotto due grandissimi attori del cinema americano all’interno della galassia di Star Wars: Jack Black (School Of Rock e The Brink) e Christopher Lloyd (Ritorno Al Futuro). Purtroppo il pubblico non ha particolarmente gradito i camei proposti, ma c’è da dire che i due personaggi sono stati presentati e liquidati in meno di una puntata e che non sono neanche particolarmente significativi per la storia, anche se, permettetemi di dire, sono stati una bella sorpresa.
Questa è una stagione che quindi crea una base solida per altri progetti; tutto questo come ha influito su The Mandalorian? Jon Favreau è stato bravissimo a realizzare un finale di stagione che rimette al centro del progetto il rapporto tra Grogu e Din Djarin, ma il resto della proposta narrativa si discosta da quello che ci aspettavamo. Il rischio di snaturare la serie è stato alto: potevamo trovarci davanti ad un secondo The Book of Boba Fett. Ringraziando il cielo però questo non è avvenuto e la serie funziona, la parentesi mandaloriana è servita allo scopo ed ora ci si aspetta una quarta stagione tutta nuovamente incentrata sul rapporto tra i nostri due amati protagonisti.