Come sta la commedia italiana? Dai fasti di Monicelli e Risi al naufragio di Neri Parenti, questa è l’attuale triste polaroid con Christian De Sica.
Il nuovo film di Christian De De Sica, Ricchi A Tutti I Costi, fa sorgere un dubbio spontaneo: pensavate che fosse impossibile fare peggio della sua collaborazione con Massimo Boldi che per decenni ha minato alle basi la credibilità del cinema italiano? Ecco, lo pensate solo perché non avete ancora visto di cosa è capace l’attore romano quando recita insieme a Claudio Colica. Il doversi confrontare con un comico (è un comico?) di una nuova generazione amplifica il trash che è in lui, portando il livello delle battute a imbarazzi acustici degni di unghie sulla lavagna o di forchette che stridono sui piatti. Se costoro avevano affilato le armi nel già pessimo Natale A Tutti I Costi, non paghi dello scempio di uno dei film più inutili di sempre i due ci riprovano in versione estiva con risultati altrettanto vomitevoli.
Il cast della pellicola di Giovanni Bognetti, reo del prequel natalizio, è più o meno lo stesso. I suddetti Colica e De Sica accompagnati ad un’appena sufficiente Angela Finocchiaro (ma solo perché è così brava che non riesce a scendere nel fango con gli altri), un inconsistente Ninì Bruschetta che prova ad ogni nuovo film a farci capire quanto il suo successo in Boris sia stato solo un grande equivoco e la giovane Dharma Mangia Woods, il cui merito è chiaramente mostrato quando si gira di spalle mostrando un tanga d’autore.
Fioretta Mari tiene un po’ dritta la barra della barca alla deriva ma da sola proprio non può salvare l’equipaggio. Un disastro annunciato già dalla pochezza della trama: la nonna ha un sacco di soldi e non li vuole dare ai suoi eredi, così tutti le ronzano intorno aspettando che muoia ma, all’improvviso, compare un uomo molto più giovane di lei che le fa perdere la testa e, forse, anche il controllo del conto in banca. Tutto questo a metà del 2024, mentre Christopher Nolan stupisce il mondo con i suoi lavori e Yorgos Lanthimos ci insegna col suo Povere Creature che si può ridere molto anche rimanendo profondi.
E invece qua il tentativo è di strappare l’applauso con battute tipo “Lo conosci? Eccerto, un grandissimo testa di cazzo”. O con i soliti “E che sarà? Che c’ho? Non è che mi si rinfaccerà?”. Attenzione, però, perché la critica vera non è a De Sica, che ormai è solo un dinosauro che sta solo aspettando che l’Era Glaciale se lo porti via. La mannaia cade dritta sulla testa di Colica e Woods che dovrebbero rappresentare i giovani e che, invece, scimmiottano Alberto Sordi e Franca Valeri peggio che in una puntata della Corrida (che però era un gran programma).
Ciò che getta negli inferi dell’infimo questo lungometraggio di novanta minuti girato a Minorca (ma andava bene pure Focene!) è che si tenti di tingere di noir l’intreccio. La famiglia della nonna ricca, infatti, progetta di far fuori il Don Giovanni tentando di raggiungere lo scopo in vari modi. Per fortuna Dario Argento è vivo, o si sarebbe girato nella sua tomba. Un noir in cui non muore mai nessuno, dove non scorre sangue e non ci sono splatter né morbosità. Tornando all’esempio di prima, l’esatto opposto del capolavoro con Emma Stone.
D’altronde il coraggio non è di casa tra i produttori italiani che non vogliono mai disturbare la sensibilità di nessuno, garantendo un lieto fine e una fruibilità ottimale ad ogni zotico che si accinga alla visione. Un sano passa-parola sulla bruttezza di questo titolo, però, dovrebbe dare il coraggio a tutti noi di urlare al popolo di non sprecare neanche un minuto su questa oscenità codarda.
Le commedie vere sono quelle scorrette di Ben Stiller, quelle stralunate di Rowan Atkinson, quelle nere della saga di Una Notte Da Leoni. Volevate essere ricchi a tutti i costi? Sarà per un’altra volta, quella in cui uscirete per sempre dal loop dello stesso filmetto che ci proponete da almeno trent’anni. Piuttosto gara di rutti e peti con gli amici… che si diverte di più.