The Punisher: la recensione

Mi aspettavo qualcosa di diverso pensando al The Punisher letto sui fumetti, ma mi sono ritrovato a vedere una gradevole serie che di The Punisher ha solo il nome e poco altro.

 

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Credo che ormai sappiamo tutti che cinema e TV hanno importato, dal mondo del fumetto, tutta una serie di nuovi personaggi più o meno riusciti; purtroppo il prodotto su pellicola è spesso differente dal progetto della carta stampata. In questo caso The Punisher segue fedelmente la storia del fumetto per una manciata di secondi all’inizio della prima puntata, poi diviene un prodotto a se stante.
La storia di Frank Castle è semplicissima: di ritorno dalla guerra, in questo caso si parla delle operazioni militari in medio oriente mentre nell’originale si parlava della guerra del Vietnam, Frank e famiglia vanno al parco per una semplice pomeriggio di svago. Diverse bande si sono date appuntamento proprio al parco per regolare i conti in sospeso; ne esce una sparatoria che uccide la famiglia di Frank. Quando l’ex militare si riprende dalle ferite, si dedica alla vendetta, rintracciando tutti i partecipanti alla sparatoria e facendo piazza pulita di tutta la feccia che trova; ed ecco perche’ i media gli danno il nome di The Punisher, il Punitore.
Una parte di questa storia viene raccontata nella serie Daredevil, dove Frank appare, per la prima volta, nei panni di The Punisher e aiuta il Diavolo di Hell’s Kitchen a sistemare un’organizzazione criminale.

 

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Questa serie televisiva riparte proprio dal momento in cui Frank finisce il suo lavoro, ammazzando l’ultimo criminale implicato direttamente nella sparatoria del parco.
Quindi come vengono riempite 13 puntate di un personaggio che, nei primi secondi della prima puntata, realizza la vendetta tanto agognata?
Ovviamente gli sceneggiatori sono riusciti a trovare un nuovo responsabile per la sparatoria, ma questo ha modificato le basi della nascita di un personaggio tanto amato dai fan del fumetto. Quindi perché vedere The Punisher?
Se volutamente ignoriamo le radici da cui proviene, il progetto televisivo è realizzato bene, incentrando la storia su tanti argomenti interessanti e provocatori.
La serie descrive gli oscuri segreti delle operazioni americane, compiute in nome della salvaguardia della patria e nascoste accuratamente sotto un velo di omertà, per impedire che l’opinione pubblica possa scandalizzarsi per l’operato criminale del proprio governo.
Il progetto ci racconta la prassi, sempre più usuale, di declassare e denigrare chi tenta, con tutto se stesso, di fare bene il proprio lavoro, andando ad alzare quel dannato velo di omertà che cela i segreti più oscuri.
Ci viene raccontato uno spaccato sulla vera e sconvolgente situazione dei militari al ritorno dalla guerra che si ritrovano soli e disadattati, alla ricerca di una stabilità e di un mondo che gli fornisca regole cui aggrapparsi, un mondo che sicuramente non è quello in cui si trovano.
Solo come filo conduttore arrivano i demoni del passato militare di Frank, che riaffiorano nel suo vuoto presente e che lo conducono a scoprire nuove verità sulla morte della sua famiglia; insieme a questo ci sono i fantasmi della famiglia che lo accompagnano in ogni momento della sua vita, straziando la sua esistenza.
Insomma di materiale ce n’è tanto: se leviamo Frank Castle, il prodotto è interessante anche così da solo. Purtroppo inserire The Punisher in un progetto che comunque funzionerebbe a priori non riesce perfettamente, visto che, chi conosce il personaggio, si aspetta tanto piombo che vola, tanto fumo dall’aroma di polvere da sparo e tanto sangue da poterci ridipingere un quartiere intero. Con quest’immagine ben piantata nella testa, si rimane un po’ delusi dalla visione di questa serie; manca qualcosa, lasciando un gusto a metà in bocca. Sparatorie, brutalità e ferocia ci sono, ma non sono così accentuate come ti aspetti da un personaggio che ha come logo un teschio sul giubbotto antiproiettile e che fa della vendetta il suo marchio di fabbrica; ma ci sono stati momenti in cui ho apprezzato l’uso dei flash della vita familiare che arrivano in momenti del tutto inaspettati.

 

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Questo The Punisher è la scusa per raccontare la storia di un ex militare, Frank Castle, e le schifezze che vengono fatte in nome della patria, i giochi di potere che ne derivano e la fredda determinazione a nascondere tutto.
Menzione particolare a Jon Bernthal che, come volto di Frank Castle, è perfetto sotto ogni punto di vista, ed i miei complimenti per aver reso i movimenti imputabili al nervosismo così efficaci e caratteristici.

 

The Punisher, 2017
Voto: 6
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