The Serpent Rogue: la recensione

Il nuovo gioco di esplorazione di Team 17 ha un’ambientazione diversa dal solito, e dietro un’interfaccia ostica nasconde un discreto gioco.

 

 

Ci sono titoli che chiedono espressamente al giocatore di avere pazienza, perchè vogliono farsi scoprire con calma. The Serpent Rouge è uno di questi giochi, che offrono da un lato il fascino del mistero e dall’altro la frustrazione di non capire bene cosa fare.
The Serpent Rogue è un gioco di esplorazione con elementi di combattimento e di crafting, ed un approccio roguelite (molto lite), nel quale vestiamo i panni di un Guardiano il cui compito è fermare la Corruzione che sta macchiando la sua terra possedendo animali e piante, e portando caos e male fra i giusti (tiè, senti che epicità!).

 

 

La cosa che colpisce subito in The Serpent Rogue è sicuramente l’aspetto grafico, con colori vivi ma non accecanti grazie all’uso sapiente del cel-shading. La resa è assolutamente piacevole, con un mondo che trasmette un’atmosfera a metà fra il fantasy ed il rinascimentale. I movimenti sono fluidi e ben rappresentati, così come sfondi e scenari: un lavoro fatto bene. L’unica recriminazione può esser fatta sul fatto che il mondo non ruota intorno al nostro personaggio, cosa che riduce spesso il campo visivo e che obbliga a tenere costantemente d’occhio la minimappa che riporta la posizione dei nemici e degli oggetti con cui poter interagire.

 

 

Assolutamente rivedibile invece l’interfaccia, a partire dal fatto che solo alcuni tasti sono rimappabili mentre altri sono direttamente inseriti nel codice; il risultato è un pastrocchio di tasti da dover premere spostando le mani qua e là sulla tastiera se non siete destri o se non gradite la disposizione standard dei tasti. Il gioco è studiato per essere utilizzato principalmente tramite controller, ma anche in quel modo alcune funzioni risultano scomode.

 

 

Ma il gameplay com’è? Beh, The Serpent Rogue piacerà sicuramente agli amanti dei titoli che mettono in difficoltà il giocatore costringendolo a capire cosa fare e come orientarsi nel mondo di gioco. Non esiste un vero tutorial e anche se le azioni da compiere sono abbastanza intuitive, non lo è capire come proseguire nel gioco. Questo è sempre un argomento capace di spaccare i pareri: c’è a chi piace questo approccio e chi lo odia. Siete avvertiti!

Quel che è certo è che The Serpent Rogue offre molto da scoprire, dalle formule per le pozioni ed i cibi e gli oggetti, passando per il bestiario o per la semplice evoluzione della storia, e l’atmosfera molto intrigante può ricordare per certi versi quella di Pathologic o di Outward. È pur vero che in certi frangenti sembra di ripetere tantissime volte la stessa azione e di rivedere sempre le stesse cose; il problema sta proprio nel ritmo lento di prosecuzione all’interno della storia: se siete fra quelli che vorranno assaporare il gioco in tutte le sue sfaccettature rischiate di avere un gusto di stantio di tanto in tanto.

 

 

L’interfaccia è abbastanza buona, ma di tanto in tanto si nota come certe scelte impattino sull’esperienza di gioco; essendoci diversi tasti per completare un’azione, mi è successo più volte di attaccare per sbaglio dei personaggi neutrali; un mio errore sicuramente, ma evidentemente condizionato da una scelta rivedibile di come condurre le interazioni.

 

 

È innegabile però che il gioco attiri; nonostante i suoi difetti, il valore del gioco è superiore della somma delle sue parti. Semplicemente, non è un gioco per tutti: richiede di essere apprezzato secondo le sue regole, e non quelle tipiche di un gioco che sappia farsi immediatamente capire. The Serpent Rogue dà il meglio di sé sul lungo periodo; per chi è in grado di superare gli scogli iniziali si apre un capitolo di profondo interesse per un gioco che sa a suo modo stupire.

 

The Serpent Rogue, 2022
Voto: 7
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