Vanitas No Carte: il Dottore dei Vampiri

Vampiri e umani… potrebbe sembrare un racconto come tanti, invece ci troviamo di fronte ad un prodotto divertente, fresco, scoppiettante e di ottima qualità.

 

 

Vanitas No Carte, o come è stato rinominato in inglese: “The Case Study of Vanitas”, è un manga dark fantasy che tratta di vampiri. Sinceramente non ho notato molto né la componente dark, né quella fantasy, ma non sono io a dover definire le opere, quindi mi adeguo. Sicuramente è una storia fantastica ambientata in una Francia del diciannovesimo secolo molto simile a quella che conosciamo, con un pizzico di richiamo steampunk ed una fantasiosa rivisitazione della figura del vampiro.

In un non ben definito momento storico, il mondo come noi lo conosciamo ha subito un cambiamento radicale a causa dell’incidente denominato “Babele”. Le formule che descrivono il nostro mondo sono state alterate e riscritte, generando dei materiali del tutto sconosciuti; una pietra in particolare si presta come utilissimo sostituto di carburanti ed elettricità. Anche alcuni uomini hanno subito l’effetto di Babele e la loro natura è cambiata radicalmente diventando più forti e longevi; non sono dei veri e propri vampiri, ma non disdegnano di assaporare il sangue umano che, per alcuni di loro, diventa come una droga e dà assuefazione.

Dopo Babele, le tensioni tra gli umani e i neonati vampiri hanno cominciato a crescere portando allo scoppio di una guerra durata diversi anni. Alla fine della guerra, nel mondo umano si è diffusa la voce che i vampiri sono stati sterminati, ma realmente i sopravvissuti si sono trasferiti in una dimensione parallela chiamata Altus. Questa nuova realtà nata con Babele è collegata con il mondo conosciuto da piccoli passaggi che sono stati scoperti dai vampiri verso la fine della guerra. Umani e vampiri ora vivono in tranquillità, i confini tra le dimensioni sono presidiati e nascosti, ma ogni tanto capita che un vampiro sia fortemente tentato di attraversare il confine per assaporare il sangue degli uomini…

 

 

Il mito vuole che i primi vampiri siano nati durante una notte di luna rossa; questa leggenda giustificherebbe il tratto distintivo di ogni vampiro, ovvero gli occhi rossi. Una seconda leggenda racconta invece dell’unico vampiro nato in una notte di luna blu, Vanitas, emarginato e scacciato da tutti i suoi simili a causa proprio del colore dei suoi occhi, che decide di vendicarsi dei suoi simili.
Seconso questa seconda leggenda, Vanitas, la minaccia più grande per il mondo dei vampiri, realizzò un libro speciale, in grado di poter leggere le formule del mondo ed alterare la vera essenza di un vampiro distorcendone il nome: alcuni vampiri divennero creature incontrollabili, ombre di sé stessi o mostri spaventosi. Ad un certo punto, però, di Vanitas il vampiro si persero le tracce e tutto sembrò diventare mito e leggenda.

La nostra storia inizia in tutt’altro momento quando avviene l’incontro tra il vampiro Noè, capace di leggere i ricordi delle persone e dei vampiri assaporandone il sangue, e l’umano Vanitas, possessore del libro di Vanitas ed erede del vampiro blu. Il nostro Vanitas decide di usare il libro per salvare i vampiri a cui improvvisamente viene corrotto il nome; non pensate però che il nostro protagonista sia uno stinco di santo, tutt’altro! È un personaggio fastidiosamente strafottente, irritante e subdolo. Quale sarà il vero scopo del nostro Vanitas? Chi sta corrompendo i vampiri? Cosa si cela dietro questo mondo di apparente calma? Tantissime sono le domande che si affastellano nella mente dei lettori e molte sono le ipotesi che si possono fare sull’evoluzione di questa splendida opera.

 

 

La storia è piena di misteri e di personaggi che celano le proprie vere intenzioni; intrighi e sotterfugi sono all’ordine del giorno, ma ci sono anche molti siparietti divertenti, fraintendimenti amorosi e tanta azione. Il mondo di Vanitas si allarga ad ogni pagina e ad ogni nuovo vampiro corrotto, svelando delle trame politiche e dei giochi di potere che non ti aspetti. Scorrendo i capitoli ho trovato questo lavoro affascinante e simile ai primi numeri di D.Gray-man, con una maggiore vena di leggerezza e con meno violenza negli scontri.

Graficamente non siamo molto lontani dal sopracitato D.Gray-man: lo stile è sicuramente quello giapponese, anche se il vestiario e l’ambientazione sono ben strutturati e ricordano molto bene lo stile occidentale del diciannovesimo secolo. Mi piace tantissimo l’uso che l’autrice, Mochizuki Jun, fa dei chiaroscuri; molte scene sono ovviamente cupe e richiamano quel “dark” che canonicamente accompagna i vampiri, ma c’è anche molta luce nella storia e nelle tavole che vengono presentate. L’autrice racconta la sua opera con tavole, un po’ comiche e un po’ più seriose, che richiamano molto lo stile narrativo di Rumiko Takahashi in Ranma ½.

Ammetto che Vanitas No Carte mi piace parecchio, è diverso dal solito e mi piace soprattutto perché non si concentra troppo sulla frenetica ricerca del potere. Siamo di fronte ad una storia che coniuga mistero, ricerca, sentimenti, passioni, un pizzico frenesia e dei validi combattimenti che non guastano mai. Ora come ora questo mix di caratteristiche è ben equilibrato e conduce lentamente il lettore nel mondo di Vanitas.

Per me questo manga ha tutte le potenzialità per crescere ancora e diventare un punto di riferimento per questo genere. Nel 2021 è uscita anche una trasposizione animata che spero arrivi presto anche all’attenzione del grande pubblico occidentale perché penso davvero che possa conquistare gli spettatori.

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