Questa volta andiamo ad esaminare un GdR dalle tinte fosche. Chi non ha mai sognato una volta nella vita di poter essere un Vampiro?
Si premette che il sottoscritto ne è un accanito sostenitore, per cui il seguente articolo sarà spudoratamente di parte. Detto questo, possiamo cominciare.
Innanzitutto, Vampiri – La Masquerade è un GdR che lascia moltissima libertà all’arbitro di gioco, penalizzando di conseguenza tutti coloro che sono abituati all’uso esasperato dei dadi o alla maniacale consultazione di tabelle e tabelline e non possono in alcun modo farne a meno.
Tuttavia, è provato che anche giocatori accaniti di Rolemaster, che sono perciò abituati ad avere un validissimo riferimento per ogni eventualità possibile ed immaginabile sul manuale di gioco, lo possano trovare efficiente e divertente. Il sistema di gioco è molto semplice: per superare una prova, come scavalcare un muro o colpire un avversario, il Master fissa un livello di difficoltà da 1 a 10; il giocatore dovrà quindi tirare un certo numero di dadi a 10 facce (dipendenti dall’abilità del personaggio) ed ottenere il maggior numero di successi possibili, superando con il punteggio di ogni dado il valore determinato dal Master.
Più successi si ottengono, migliore sarà l’esito dell’azione tentata dal personaggio. Questo in linea di massima è il succo di tutto il sistema, che evidentemente lascia alle capacità descrittive del Master e dei giocatori il grosso del lavoro, nonché molte decisioni di una certa importanza (dove è stato colpito l’avversario? Quanti successi occorrono per scavalcare il muro?); per qualcuno questa potrebbe essere una lacuna notevole, ma secondo il mio parere il sistema funziona perfettamente se giocato da persone di una certa esperienza e da Master che giocano con (e non contro) i giocatori, anche se bisogna ammettere che nelle mani di persone inesperte potrebbe venire a mancare un po’ di realismo.
L’ambientazione di Vampiri è la più classica di quelle Gothic-Punk: se avete visto Il Corvo (LO AVETE VISTO, VERO!?) sapete benissimo di cosa si tratta. I personaggi sono fatti in modo da poter essere giocati con altissimo coinvolgimento e favorendo particolarmente il gioco di interpretazione. I vampiri vengono descritti “a tutto tondo”, marcando soprattutto la loro interiorità, il loro fascino e le loro contraddizioni emotive. Il manuale, scritto magistralmente da Mark Rein-Hagen, sottolinea molto di più l’atmosfera particolare del gioco che il sistema di gioco stesso, e si sofferma molto sulla storia dei vampiri sin dalla loro prima apparizione, sulle loro abitudini e tradizioni, la loro anatomia e le descrizioni dei vari Clan, nonché sulle loro paure, su quello in cui credono e sulle loro speranze.
Sono anche presenti una serie innumerevole di consigli riguardanti l’atmosfera che il Master dovrebbe essere capace di creare, nonché vari “trucchi” per rendere il gioco sempre più teso e coinvolgente, all’altezza, insomma, dell’ambientazione. L’introduzione è presentata sotto forma di una lettera scritta da un vampiro (e che vampiro!) che ha deciso di tradire la più antica delle tradizioni (la Masquerade, appunto) per rivelare la propria natura ad una donna, di cui egli stesso ha sconvolto l’esistenza e dalla quale, così facendo, spera di ottenere il perdono.
Tirando le somme, se siete giocatori amanti del Gothic-Punk, se adorate Il Corvo, o se siete semplicemente dei veri “romantici”, dovete assolutamente provare una partita a Vampiri. Perché quello della notte è veramente un altro mondo…