Serviva? Questa è stata la domanda che mi ha colto appena finito di vedere questo film. Probabilmente solo per le tasche di Marvel e Johansson.
Questo periodo di pandemia mondiale ha frenato molto la mia possibilità di gustare un buon film al cinema, quindi ho dovuto attendere i tempi di riproposizione televisiva. Dopo averlo visto mi sono anche chiesto: è il caso di farne una recensione? Alla fine ho ceduto al mio lato oscuro e sono qui a recensire questo lavoro per criticarlo un po’.
Come ben sapete la Vedova Nera è deceduta durante la saga di End Game, quindi questa storia si ambienta diversi anni prima. Il film inizia con una sequenza nel 1995, in Ohio, dove una famiglia di agenti sovietici vive sotto copertura. Melina Vostokoff e Alexei Shostakov fingono di essere una normale famiglia insieme alle bambine Natasha Romanoff e Yelena Belova. Alexei completa la sua missione e tutti e quattro fuggono precipitosamente a Cuba.
Giunti sull’isola Dreykov, il supervisore della missione, fa portare via Natasha e Yelena affinché vengano addestrate come Vedove Nere. Natasha, ormai adulta, si libera dal controllo russo, fa esplodere l’ufficio di Dreykov uccidendo apparentemente lui e sua figlia Antonia ed infine si unisce allo S.H.I.E.L.D.
Altro salto temporale; ora Natasha è ricercata per aver violato gli Accordi di Sokovia e fugge in Norvegia. In quello stesso momento Yelena, venendo in contatto con una sostanza speciale, si libera dal controllo mentale imposto alle Vedove Nere. Riesce a recuperare le fiale con il prezioso liquido e le spedisce a Natasha per farsi aiutare. Ecco raccontata la storia di come la Marvel ha ipotizzato il passaggio di consegne tra le due Vedove Nere.
La famiglia del 1995 si raduna nuovamente per provare a dare scacco matto a Dreykov. Il cattivo di turno si difende mettendo in campo tante giovani Vedove Nere ed un famoso Villain dei fumetti. Tante esplosioni, tanta azione e qualche simpatico siparietto comico completano questo film. La storia sembra inizialmente concretizzare i fantasmi che si agitano nel passato di Natasha, un ottimo spunto per approfondire un importante personaggio Marvel. Purtroppo tutto finisce a tarallucci e vino. L’anima turbata della piccola Natascha viene ripulita con un colpo di spugna appena scopre che l’anima candida che ha assassinato non è morta in quel momento.
Il personaggio più riuscito è indubbiamente Alexei Shostakov o Guardiano Rosso, interpretato da David Harbour. Un supereroe russo, imbolsito e fuori forma, ancora legato morbosamente alle gesta di un tempo che non tornerà più, vive la sua vita in carcere, dimenticato dal sistema a cui ha giurato lealtà eterna. Harbour si diverte a fare lo spaccone e ci regala un personaggio tra il comico ed il grottesco che conquista subito i favori del pubblico sin dalle prime battute.
Scarlett Johansson dovrebbe essere la protagonista che passa il testimone, ma non è così incisiva, sembra stanca e si fa un po’ condurre come una bandierina. Florence Pugh, che interpreta Yelena Belova, e che diventerà probabilmente la prossima Vedova Nera, si presenta con un atteggiamento più tagliente e decisamente più acido rispetto a Natasha. Una scelta caratteriale forse pensata per strizzare l’occhio alle nuove generazioni? Eppure il grosso dei fan Marvel è legato al mondo dei fumetti che è sicuramente un bacino d’utenza più maturo.
Passiamo ora alla parte più critica: la consapevolezza di aver ucciso un innocente per vendicarsi di Dreykov, rendeva il personaggio della Johansson più umano e decisamente più complesso; il film ribalta questa convinzione nonostante la Vedova Nera, nei lavori cronologicamente seguenti, non cambi assolutamente impostazione. Peccato! Sarebbe stato molto meglio mantenere quella macchia indelebile sul curriculum di un personaggio molto più complesso di quello che alla fine risulta essere.
Black Widow dovrebbe essere l’ultimo film Marvel con Scarlett Johansson, dico “dovrebbe” perché in questo mondo legato ai comics tutto è possibile. Una pellicola necessaria? Sicuramente no! Una pellicola dovuta? Sinceramente credo sia stata fatta solo per ottemperare al contratto con la Johansson e provare a guadagnare qualcosa. Di certo con la pandemia, i rinvii dell’uscita e la causa per danni indetta dall’attrice, la Marvel ci ha rimesso sicuramente qualcosa nel breve periodo.
Non tutte le ciambelle escono con il buco, questo è evidente. Black Widow non è sicuramente uno dei migliori film della Marvel, ma neanche uno dei peggiori. Ci sarebbe tantissimo da dire sulla gestione “politicamente corretta” di Taskmaster e della sempre più ridicola moda americana di voler a tutti i costi cambiare sesso ai personaggi, ma sono argomenti talmente tanto abusati che mi sembra superfluo anche solo nominarli. In fin dei conti il film si salva dalla mediocrità assoluta solo grazie al Guardiano Rosso e all’interpretazione che David Harbour dà al suo personaggio.