L’evoluzione comico demenziale di Thor si è conclusa, ma il film non è malaccio grazie alla presenza di un cattivo fantastico interpretato da Christian Bale.
Rubo volentieri una frase al mio amico Alfo: “Questo non è il Thor che tutti vogliamo, ma è decisamente il Thor che ci meritiamo”. Credo che con questa affermazione si possa tranquillamente riassumere l’evoluzione del potente dio del tuono nell’universo cinematografico Marvel.
Come accennavamo nella recensione di Thor: Ragnarok, la virata verso un prodotto più leggero e comico ha spaccato il pubblico a metà. C’è chi vuole ancora che la Marvel torni sui suoi passi e riproponga un personaggio più serio ed impostato, ma ha senso farlo? Dopo gli eventi del Ragnarok il nostro dio nordico è ingrassato e si è depresso, ma le vere ragioni di questa trasformazione non sono state così chiare. In questo nuovo film arriva finalmente una spiegazione interessante di quella trasformazione, ma non c’è alcuna vera e propria scusante per la virata comico demenziale presa dal personaggio. Quindi perché trasformare Thor in una macchietta?
Chris Hemsworth, l’attore che interpreta Thor, è decisamente più portato nel vestire i panni di un personaggio comico rispetto a quelli di uno serio; Taika Waititi è un regista decisamente propenso a girare film divertenti e demenziali. Il connubio tra i due non poteva che sfociare in una produzione leggera e demenziale. Ecco come nasce il Thor che ci meritiamo, quello che anche alla Marvel piace per lo spirito goliardico e gli incassi. Però Thor: Love And Thunder, rispetto al suo predecessore, ha qualcosa di diverso che lo rende migliore.
Thor: Ragnarok è stata una prova che non ha funzionato del tutto. La trama era scarsa? I personaggi non erano adatti al passaggio? O forse, come quasi sempre accade, il cattivo della situazione non era all’altezza? Cate Blanchett mi perdonerà, ma la sua Hela era fin troppo seria ed impostata per poter confrontarsi con la nuova versione leggera del dio del tuono. Questo ha sicuramente rovinato parte della magia del film rendendo Thor: Ragnarok un lavoro discutibile.
Thor: Love And Thunder riparte allegramente da dove ci eravamo interrotti, presentandoci un Thor addirittura più demenziale e macchietta di quello grasso e ridicolo degli ultimi Avengers. Questa volta però il cattivo, Gorr il macellatore di dei, ha una bella storia alle spalle ed è un personaggio interessante con cui empatizzare. Solo Gorr, interpretato da un fantastico Christian Bale, alza di molto il livello della pellicola e la qualità della storia proposta.
Il personaggio interpretato da Bale, diventa velocemente una minaccia per gli dei e Thor decide di intervenire per risolvere il problema tornando sulla terra a difesa della sua gente. Qui incontra Jane Foster, interpretata da Natalie Portman, che è riuscita a brandire il Mjolnir ed a trasformarsi nella versione femminile del dio del tuono. I due ex amanti torneranno ad avvicinarsi scoprendo pian piano i loro sentimenti, tutto questo tentando di convincere altri dei a combattere contro Gorr.
Senza andare oltre con il racconto, iniziamo a vedere quali sono le cose che mi hanno colpito e quelle che mi hanno dato fastidio. Natalie Portman è decisamente un grande punto negativo del film: sembra quasi che non ci voglia stare lì ad interpretare quel personaggio. In molti spezzoni in cui deve esprimere qualche sensazione con sguardi, sorrisi o semplicemente con espressioni, Natalie risulta del tutto forzata ed innaturale. Sinceramente una bella delusione!
Come accennato prima ho trovato Christian Bale fantastico, non solo perché è un grande attore, ma perché il suo cattivo è fatto bene e lui lo interpreta con la giusta dose di malvagità, ma anche con un pizzico di ironia che lo rende perfetto per interagire con questo Thor. Decisamente un cattivo di livello superiore, ma così tanto ben fatto che avrei davvero gradito rivederlo come avviene nelle storie dei fumetti. Speriamo che questo possa avvenire.
Uno spunto interessante è riservato all’alieno fatto di roccia, o perlomeno ai suoi racconti, che ci narrano in modo simpatico gli eventi passati come se fossero epiche leggende. Da quando fece la sua apparizione durante Ragnarok, il nostro simpatico Korg ha avuto sempre più spazio fino a diventare permanentemente la spalla di Thor. Ora narra in modo epico di come Thor si è rimesso in forma o di come è finita la storia tra il dio nordico e Jane. Un punto a favore di questa idea che stacca da quello che succede per offrirci una nuova visione degli eventi passati.
Infine è doveroso fare una menzione particolare alle Capre: viva le Capre che finalmente hanno davvero qualcosa a che fare con la mitologia nordica, anche se non arrivano da Asgard.
Nel comparto effetti speciali andiamo alla grande! Questo ovviamente non era da mettere in discussione: ormai i film Marvel vivono principalmente di queste scene digitali che catturano totalmente l’attenzione dello spettatore. La colonna sonora si appoggia molto sulle musiche dei Guns N’ Roses che con una bella rivisitazione del sound di Sweet Child O’ Mine ci regala discreti momenti ritmici davvero potenti.
Questo Thor non sarà sicuramente quello che tutti i fan dei fumetti si aspettavano di vedere, ma è la più sensata evoluzione che ci potevamo aspettare, stando alle premesse e al materiale a disposizione. Thor è così un personaggio totalmente da buttare? No, è semplicemente un personaggio ormai lontano dalle sue radici cartacee. Detto questo, il film non è ovviamente un capolavoro, ma è decisamente godibile.
C’è chi dice che gli ultimi due film di Thor siano come i film di Natale italiani, schifezze che dovrebbero essere cancellate. Sinceramente, quando vado al cinema a vedermi un film sui supereroi, non mi aspetto un’analisi dei profondi misteri del mondo, e neanche una storia perfettamente riportata dal mondo dei fumetti; mi aspetto solo di divertirmi e Thor: Love And Thunder mi ha divertito, a modo suo. Chi continua a volere la riproduzione fedele del mondo dei fumetti, dopo oltre vent’anni dall’inizio del MCU, è forse un pelo anacronistico.