Una serie divertente adatta per passare un paio di serate.
Steve Carell e John Malkovich si lanciano in una divertente commedia sulla neonata Space Force americana. La trama è molto semplice: la Space Force deve competere con le altre agenzie spaziali dei paesi rivali per arrivare nuovamente sulla luna.
Il generale dell’aviazione Mark R. Naird, interpretato da Steve Carell, appena promosso con quattro stelle, pensa di prendere la gestione dell’Air Force, invece si ritrova tra le mani qualcosa di totalmente differente. Il generale Naird pensava di trasferirsi finalmente in una lussuosa villa a Washinton, invece viene confinato in una base segreta in Colorado.
Lo scienziato Adrian Mallory, interpretato da John Malkovich, è stato selezionato per dirigere il reparto tecnologico della nuova agenzia spaziale, ma il suo modo di fare molto anticonformista, andrà velocemente a cozzare con la disciplina militare.
La serie colpisce forte sul classico stereotipo che vuole gli Americani primi in ogni campo, rompe la classica rigidità militare presentando un Generale che si barcamena tra la gestione della base militare, i problemi coniugali, il rapporto con la figlia ed il forte conflitto con il capo scienziato Adrian Mallory.
Steve Carell è bravo ma non eccelso, John Malkovich diverte ma non è stupefacente. La messa in produzione di questa serie è stata così rapida che forse ha bruciato troppo velocemente le tappe. Basta pensare che, l’idea lanciata da Trump, è di gennaio 2019 e la serie è uscita proprio ad un anno di distanza.
Il cast si comporta discretamente, ma non strappa applausi scroscianti. Purtroppo devo ammettere che questa prima stagione è divertente, ma è più che altro un tappabuchi. La stessa lunghezza degli episodi, poco più che 20 minuti l’uno, ti lascia subito intendere che non serve tanta attenzione per essere seguita.
Sono introdotti diversi spunti interessanti, che lasciano lo spettatore con grandi domande senza risposta come, ad esempio, quello che coinvolge Maggie Naird. La moglie del generale Naird, interpretata da Lisa Kudrow, memorabile Phoebe di “Friends”, sul finale del primo episodio è accanto a suo marito quando riceve la notizia del trasferimento in Colorado. All’inizio dell’episodio seguente, che slitta ad un anno di distanza dalla puntata precedente, Maggie Naird si ritrova in prigione con una condanna a 40 anni, senza che nessuno dia mai una spiegazione.
Il finale è solo una giusta conseguenza a tutti gli eventi, un po’ comici e un po’ demenziali, che si sono susseguiti nelle dieci puntate della stagione. Immagino che vedremo qualcosa di più nella seconda stagione, per lo meno una risposta a qualcuna delle domande lasciate in sospeso. Non mi strappo i capelli in attesa del ritorno sugli schermi di Space Force, ma lo metto in coda alle tante serie che devo ancora vedere. Darò la sufficienza a questa stagione, ma solo perché ho iniziato a guardarla senza nessun’aspettativa; una seconda stagione sullo stesso livello, mi farebbe abbassare il mio giudizio nella piena mediocrità.