La scena rock italiana non e’ molto fiorente. Tolte poche piacevoli sorprese, ci troviamo spesso di fronte a gruppetti piu’ o meno alla moda, che spesso cavalcano l’ onda del discorso politico senza offrire concetti validi; i Bluvertigo sono l’esatto opposto.
Belli, questi Bluvertigo: li si puo’ definire tutto tranne che politicizzati; tutto tranne che schierati; tutto tranne che alla moda.
Il loro album di esordio, Acidi e Basi, del ’95, e’ un album anomalo, un po’ come tutti i loro lavori. E’ l’ inizio di un viaggio che dovrebbe concludersi col terzo album, uscito a fine ’99.
Acidi e Basi puo’ essere tranquillamente definito come “l’album di infanzia”, dove le prime esperienze musicali si fondono con l’ufficiale entrata nel “mondo dei grandi”. In effetti ovunque nei testi si trovano, sparsi qua e la’, richiami ad un mondo ideale tipico del mondo ovattato dell’ adolescenza.
Gli amori, l’isolamento derivato dalla consapevolezza di essere diverso dalla massa, migliore, piu’ “pieno”, il vivere in un mondo non adatto alle reali esigenze dell’uomo sono tutti temi affrontati con sincerita’ e ingenuita’ da Morgan, voce e chitarra, anima del gruppo.
Ci si puo’ sentire come bambini spaesati in un posto che non ci appartiene; oppure reagire con stupore e disappunto di fronte alle cattiverie arrecateci da chi si sente inferiore. In tutto questo traspare un senso di pacatezza, di calma, dovuto all’anteporre il ragionamento a qualsiasi azione, insieme ad un netto senso di rifiuto dell’ esterno.
Suoni rock melodici contornano l’intero lavoro, a volte con distorsioni, a volte sfociando nel pop, ma mantenendo complessivamente un buon livello di qualita’. Brani pseudopesanti sono alternati a fasi piu’ lente e contemplative. Personalmente sono letteralmente impazzito per la dolcissima I still love you, struggente ricordo e rimpianto, e menzioni meritano anche L’ Eretico, Iodio e Vivosunamela. Altre canzoni risultano pero’ pesanti (non forzate), poco piacevoli. E’ il caso delle due che chiudono il lavoro (Storiamedievale e Il Dio Denaro).
Si sente gia’ il fluido che li rendera’ grandi, ma come tutti pagano lo scotto di un certo essere acerbi agli inizi di carrera.
In conclusione, Acidi e Basi e’ un bell’ album di esordio, fatto da un gruppo che di li a due anni vivra’ un periodo di notorieta’ (strano, visto i messaggi non proprio semplici che portano). Aspettatevi di dover ragionarci un po’, almeno durante i primi ascolti. Non e’ un disco fatto tanto per passare un’ oretta senza impegno. Lo consiglio vivamente a chi non si sente a suo agio in questo porco mondo.