Città di Carta: la recensione

Città di Carta è un piacevole tentativo di celebrare il momento di crescita tipico del passaggio al mondo adulto.

 

20160613 carta01

 

Durante l’adolescenza, tutti noi abbiamo avuto nel cuore una ragazza speciale, una di cui eravamo segretamente innamorati ma a causa delle nostre paure non abbiamo mai detto nulla. Città di Carta ci immerge proprio in una di queste situazioni: Nat Wolff vive da sempre nella casa attigua a quella di Cara Delevingne, e fin da piccoli lei è stata nei suoi pensieri. Dopo essersi persi di vista nei primi anni del liceo, lei irrompe una notte in camera sua passando dal giardino, e lo coinvolge in una serie di pazzeschi eventi che lo forzeranno ad uscire dal guscio dell’adolescenza.

 

20160613 carta02

 

Ammetto di non disdegnare questo genere di film, commedie un po’ romantiche e un po’ incentrate sul momento di crescita che a un certo momento tutti siamo stati costretti, volenti o nolenti, a vivere nei nostri anni giovani. Certo, non è che ci sia troppo da aspettarsi da queste pellicole, ed in questa ottica Città di Carta non sfigura; la storia non è certo degna di un Oscar ma è abbastanza solida e credibile da costruire una buona impalcatura.

La pellicola è stata chiaramente realizzata con un budget ridotto. Non ci sono nomi di una certa caratura nel cast come nella direzione. La regia di Jake Schreier è abbastanza trasparente e si limita a gestire l’andamento della storia. Non ci sono momenti memorabili o degni di nota, fatta l’eccezione per la suggestiva vista notturna della citta’ dall’alto di un grattacielo nel momento probabilmente più ragionato del film.

 

20160613 carta03

 

La recitazione dei protagonisti principali invece lascia a desiderare; Nat Wolff non lascia alcun segno, anzi è piuttosto plasticoso ed insespressivo. Molto meglio, ma ancora non pienamente sufficiente, la trasformazione di Cara Delevingne da modella ad attrice; sebbene abbia ancora molto su cui lavorare, con il suo carattere da pazza scatenata riesce molto bene nel ruolo della pazza ribelle che ne combina di tutti i colori. Paradossalmente, a dare sostanza al corpo recitativo ci pensano gli amici di lui, Austin Abrams e Justice Smith, protagonisti di ruoli un po’ macchiettistici ma che funzionano bene e che danno colore nei dialoghi, altrimenti un po’ piatti a causa principalmente delle mancanze di Nat Wolff.

 

20160613 carta04

 

In conclusione, fra alti e bassi il film passa tutto sommato l’esame. Città di Carta non è di certo una pellicola che passerà alla storia, ma non è nemmeno una di quelle che ti fa cambiare canale, e a chi piace il genere ne suggerisco sicuramente la visione.

 

Città di Carta, 2015
Voto: 6
Per condividere questo articolo: