In Città Zero Gradi: la recensione

In Città Zero Gradi riesce a farci ragionare sull’importanza di non perdere tempo nella nostra vita, a partire dallo smettere di leggere questa porcheria.

 

20200127 zerogradi

 

Che brutto libro. Ma che ho fatto io di male per rimettermi di buona lena a leggere se sono circondato da pessima narrativa? Ultimamente non riesco a trovare un libro che racconti una storia in modo semplice ed avvincente.

In Città Zero Gradi è un pessimo romanzo, di quelli che ti fanno proprio passare la voglia di leggere; tanto che due volte ho iniziato a leggerlo e due volte non sono riuscito ad arrivare a più di un quarto delle pagine. Poi mi sono costretto ad arrivare alla fine e…. non c’è nulla di buono, a partire da come e’ scritto: le frasi sono di quelle che scrivono i bambini delle elementari, con soggetto, verbo, complemento oggetto, punto. E non ci si scosta mai da questo: non c’è alcuna struttura grammaticale un minimo elaborata, nessuna frase non dico complessa, ma almeno strutturata. E’ tutto così banale e scontato da risultare estremamente irritante già dopo poche righe.

La storia poi si trascina stancamente da una pagina all’altra pur essendo intelligentemente divisa in giorni, e non per capitoli. Siamo sotto Natale, e si parte dal primo Dicembre; il protagonista Max vuole sbarazzarsi almeno per la notte del 24 del cane che ha dovuto/voluto prendere per lavoro; la protagonista Katrin è colei che potrebbe sobbarcarsi l’onere. Iniziamo quindi a conoscere i due e il cane, tutti personaggi piuttosto odiosi se non scialbi, come un pò tutto il bestiario che ci viene proposto da Glattauer. I personaggi sono forzati nelle loro azioni: è tutto irreale, pretestuoso, completamente non credibile.

E’ proprio l’universo descritto dall’autore ad essere privo di qualsiasi caratteristica attrattiva; è tutto grigio, piatto, lento, noioso, mediocre, inutile. E’ forse una scelta voluta? Beh, il risultato è di avere un testo che non si riesce a leggere, che annoia mortalmente, che ti spinge a chiederti perchè dovresti arrivare fino in fondo a questo libro (200 pagine con le lettere scritte grosse, quindi teoricamente poca roba) e buttare via il tuo tempo invece di impiegarlo meglio. Ed è questo che mi è successo: ho preso e ho scagliato via il libro, con astio, e mi sono messo a fare altro.

Io non capisco come si faccia a pubblicare certe schifezze; con che coraggio gli editori mettano in commercio tali porcherie che non sono altro che motivi per dannarsi dell’aver speso dei soldi (ricchi soldi, visto i prezzi dei libri) in qualcosa che non appaga minimamente. Eppure chi entra in libreria entra per spendere; quel giorno avrei comunque lasciato in cassa la mia vil pecunia: era tanto chiedere che mi fossero presentati solo dei libri scritti per lo meno in maniera decente?

In Città Zero Gradi è uno di quei libri che non dovrebbero essere pubblicati se non per avere un compendio delle cose che NON devono essere fatte quando si scrive un libro.

 

In Città Zero Gradi, 2010
Voto: 2
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