Esplorazione, crafting e grafica pixellosa: Core Keeper si annuncia come un simpatico roguelite dalle discrete capacità attrattive grazie alla sua semplicità.
In questi giorni abbiamo avuto modo di testare Core Keeper, titolo da poco disponibile in early access. Gli sviluppatori di Pugstorm ci teletrasportano in un mondo privo della luce del sole dal quale non è semplice evadere; non sappiamo dove ci troviamo e cosa fare per tornare al nostro mondo.
Core Keeper è un gioco che non inventa nulla di rivoluzionario ma fa bene quanto si prefigge: fornire un’ambiente di gioco suggestivo ed accattivante.
Nella nostra prova abbiamo apprezzato molto la semplicità del gioco, che non richiede di studiare nuovi modelli di gioco: il crafting è piuttosto intuitivo e la fase esplorativa non mette addosso particolare pressione.
Non che il gioco sia facile: i mostri presenti già nelle vicinanze del nostro punto di arrivo sono tutt’altro che innocui, e gestire la fame non è cosa semplicissima. Sono presenti insomma le caratteristiche principali di un gioco survival, ma tutto quel che è correlato alla gestione del nostro personaggio e della nostra base è semplificato. Decisamente un bene, visto che questo approccio ci permette di concentrarci sulla parte divertente del gioco: l’esplorazione e la costruzione della nostra base.
L’ambiente è ben caratterizzato, con mostri differenziati e piuttosto atipici, mentre i tunnel sotterranei che potremo scavare (anche senza dover impazzire per costruire gli arnesi adatti, un compromesso che semplifica la vita) ci portano in biomi differenti ed immediatamente identificabili. Inoltre la creazione di mondi sempre diversi e la progressione e lo sblocco di nuovi personaggi permetterà di avere partite sempre diverse.
Il gioco è ancora in fase di forte sviluppo, manca di buona parte dei contenuti previsti per la fase medio-finale del gioco, ma da quanto abbiamo visto ci sono solide fondamenta che potranno certamente permettere a Core Keeper di confermare quanto di buono finora mostrato.