Qualsiasi videogioco di successo può diventare una serie animata? Per me no! E Dragon’s Dogma me lo conferma.
Ammetto di non aver giocato al videogioco di Dragon’s Dogma ma ne ho sentito parlare molto bene e pare che abbia riportato un discreto successo. A distanza di otto anni, Netflix ci presenta questa serie animata che non risulta essere particolarmente efficacie. Una delle poche cose che ho apprezzato veramente è l’idea di associare i sette episodi ai peccati capitali.
Ethan è stato ucciso da un Drago ed è stato riportato in vita come un Arisen, un uomo maledetto legato in modi oscuri alla leggendaria creatura. Il nostro protagonista è determinato ad annientare la bestia che gli ha rovinato la vita uccidendo moglie e amici. Comincerà un lungo viaggio verso la tana del Drago che porterà Ethan ad incontrare diverse minacce rappresentate da malefiche creature. In questa missione sarà accompagnato da Hannah, una Pedina, in altre parole una creatura simile ad una ragazza priva di sentimenti che ha il compito di seguire e supportare l’Arisen. Lo strano duo appare subito male assortito poiché Hannah sembra notevolmente più forte e capace del suo “padrone”. Più immonde creature affronta e più Ethan diviene forte ma allo stesso tempo la sua umanità vacilla e si sgretola.
Le sette storie sono abbastanza interessanti, anche se dopo la seconda ci si rende conto che lo schema proposto è lo stesso in quasi tutte le puntate. Sembra di trovarsi di fronte ad un videogioco a livelli, in cui è necessario terminare la missione aperta per poter passare a quella successiva. Ogni singolo episodio è incentrato su un peccato capitale, una storia che porterà il nostro protagonista ad affrontare un vero mostro ma anche le conseguenze che si celano in un’anima malata. Il comportamento delle persone che Ethan prova a salvare si rivelerà profondamente marcio, causando la costante perdita della fiducia nella razza umana ed infliggendo delle ferite insanabili nello spirito del nostro protagonista. Ethan cambia repentinamente il suo carattere ad ogni episodio, una cosa che avviene forse fin troppo velocemente per non destare delle perplessità. Diviene quasi sgradevole assistere ad un così veloce ed irreparabile cambiamento, tanto che alla fine si capisce in anticipo cosa accadrà alla fine della settima puntata.
Passiamo alle note dolenti. L’animazione grafica non riesce ad esaltare l’opera. I personaggi sono ben realizzati, ma solo durante i combattimenti si apprezza a pieno la fluidità dei movimenti. Purtroppo, in tutte le altre situazioni in cui la narrazione richiede più staticità, si nota la poca cura nel dettaglio e la legnosità dei movimenti naturali. L’animazione e la realizzazione dei mostri è fatta molto bene, anche in questo caso si nota ogni tanto qualcosa di poco fluido ma è meno evidente che nelle figure umanoidi. Di contro l’ambiente che avvolge i personaggi della serie è notevolmente superiore. Dalla città alla foresta, dalle montagne alle caverne poco illuminate, tutti gli scenari sono molto dettagliati. Ogni episodio mette in risalto qualcosa di diverso e questo è un valore aggiunto. Peccato solo che l’animazione delle figure umane ed umanoidi sia così imperfetta, altrimenti la serie sarebbe stata molto più piacevole.
Devo ammettere che le storie dietro ad ogni singolo episodio sono interessanti, purtroppo c’è uno schema che si ripete in modo quasi meccanico che purtroppo ammazza totalmente la suspance. Il finale mi ha lasciato l’amaro in bocca, forse perché avevo intuito come sarebbe andato a finire. Probabilmente i più attenti di voi incapperanno nella mia stessa intuizione, ma vale la pena di arrivare alla fine del settimo episodio; lo scontro con il Drago ripaga la fatica fatta.
Nel complesso l’opera non mi ha soddisfatto pur avendo apprezzato la sinergia tra peccati capitali ed evoluzione del personaggio, o forse in questo caso è meglio dire involuzione. Mi aspetto decisamente altro se verrà realizzata una seconda stagione. Sicuramente mi aspetto di non vedere più la stessa meccanica per ogni singola puntata e un’evoluzione dell’animazione per rendere più fluidi i movimenti naturali.