Il lunghissimo titolo di questo anime non lascia molto all’immaginazione: ci troviamo al cospetto di un fantasy con elementi videoludici… ma come sarà?
Il titolo di questo anime, che tradotto letteralmente significa: “la mia abilità unica mi rende potentissimo anche al livello 1”, non lascia alcun dubbio su cosa aspettarci da questa storia. Ci troviamo infatti di fronte al classico prodotto isekai, ovvero una trama in cui una persona normale finisce in un universo parallelo, combinato con un’ambientazione fantasy ed una sottotrama a tinte rosa. In questo specifico caso, My Unique Skill prepara più uno scenario da videogioco che un fantasy vero e proprio, anche se ritroviamo dungeon, mostri e quant’altro legato a questo genere.
Ryouta Satou è il protagonista di questa storia, e come accade in ogni buon isekai, all’inizio del racconto muore (in questo caso per il troppo lavoro); magicamente però si reincarna in un mondo parallelo e viene lasciato sul terreno come premio dopo che Emily Brown, un’avventuriera alle prime armi, ha sconfitto un mostro in un dungeon. Il giovane uomo è felice di essere ancora vivo e decide di affrontare la sua nuova vita in modo molto diverso dalla precedente.
Il mondo in questione funziona proprio come un videogioco e salire di livello garantisce, a chi lavora nei perigliosi labirinti sotterranei, di poter scendere nei recessi della terra e conquistare premi più ambiti. Come da titolo, il povero protagonista non può salire di livello, ma ottiene un’abilità unica nel suo genere che gli permette di aggirare questo problema e guadagnare molto bene dalla raccolta dei premi.
Lo spunto videoludico è particolarmente presente in questo mondo, tanto da creare una società totalmente basata sui prodotti che i mostri lasciano magicamente sul terreno una volta che vengono sconfitti. I premi che quindi si possono trovare sono germogli, carote, carne, pesce, ma anche utensili, vestiti, armi e armature, insomma tutto quello di cui una civiltà ha bisogno per sopravvivere e progredire.
La trama principale di My Unique Skill Makes Me OP Even At Level 1 è di una semplicità disarmante e di una ripetitività avvilente: Ryouta scende in un dungeon, sconfigge i mostri, prende i premi, li rivende e rende la sua vita e quella di Emily più confortevoli. Le avventure si possono presentare e possono essere narrate in maniera leggermente diversa, ma il succo della storia è sempre lo stesso.
Come potete quindi ben intuire sembra esserci una sorta di relazione romantica tra i due personaggi, e probabilmente è anche così, ma quello che realmente ci troviamo ad osservare è una pulitissima e surreale relazione platonica. Non ci sarebbe nulla di male in una relazione casta e pura, ma Nazuna Miki, l’autrice di questa storia, decide di andare in una direzione totalmente diversa aggiungendo nuovi e banali cliché al suo lavoro. Una relazione sentimentale alla volta non è sufficiente per Ryouta, meglio costruire una casa e cominciare ad invitare tutte le ragazze in difficoltà che incontra sulla sua strada; in pratica una sorta di Tre Cuori In Affitto, ma più edulcorato.
Ovviamente tutte le ragazze che frequentano il protagonista sono attratte da lui per un verso o per l’altro e così nascono inevitabili momenti d’imbarazzo che però non generano le solite gag che abbondano nei manga giapponesi. Il candore di queste relazioni è quasi stucchevole, ma perfettamente adatto ad un pubblico di più piccoli.
La caratterizzazione dei personaggi è in linea con la semplicità della serie. Ryouta è quel protagonista positivo che non si scoraggia né si tira mai indietro. Emily è la compagna solare e sempre pronta a sostenere il suo partner. Il resto delle ragazze ha ognuna una personalità diversa, ma tutte rientrano in quel cumulo di proposte già viste ed ampiamente usate.
Cosa c’è quindi di interessante in My Unique Skill Makes Me OP Even At Level 1? Probabilmente nulla! Dispiace ammetterlo, ma è un prodotto che risulta insipido e banale. Non c’è niente di nuovo nella proposta narrativa, non c’è neanche particolare pathos nei combattimenti, né tantomeno spettacolarità nelle avventure; tutto scorre nel più onesto candore e nella totale semplicità.
Disegni ed animazione, realizzati dallo studio Maho Film, sono a loro volta abbastanza mediocri; soprattutto nei momenti d’azione si nota un calo vistoso nella qualità del lavoro fatto.
Insomma, questo è il prototipo perfetto di come un prodotto può essere definito rovinosamente mediocre.