Eco: prime impressioni

Eco ci pone di fronte ad un dilemma quanto mai attuale: come evitare di distruggere il nostro pianeta sviluppando una società che rispetti la natura?

 

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Il mondo dei videogiochi viene spesso visto dai sociologi e dai benpensanti come un coacervo di bassa umanità, quando probabilmente è semplicemente lo specchio della società moderna.
Se è vero che spesso nei videogiochi si punta sull’individualismo e sull’affermazione personale, ci sono giochi che invece fanno l’esatto contrario e per questo sono da lodare. E’ il caso di Squad, di cui abbiamo già parlato, ma anche di Eco.

 

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Eco è un progetto poco noto che si annuncia come una piccola gemma. La Strange Loop Games sta infatti realizzando un gioco che contiene un duplice messaggio di altissimo valore: incitare alla cooperazione fra giocatori e rispettare il pianeta su cui si vive. Qualcosa di atipico ed estremamente apprezzabile.

Dal punto di vista del gameplay, si tratta di un incrocio fra un survival puro ed un gestionale in prima persona, dove insieme al resto della comunità presente sul server dovremo, partendo dalla solita accetta per abbattere alberi, realizzare una società talmente avanzata che possa disintegrare la meteora che si avvicina sempre più al nostro pianeta. Se la cosa sembra semplice, c’è invece da considerare l’ecosistema intorno a noi: una società industriale tende a spolpare di risorse il pianeta che la ospita, rischiando di ucciderlo prima di evolversi in una forma sostenibile.

 

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Passando i giorni (in gioco ma anche reali), costruendo insediamenti urbani e vie di trasporto, disboscando le foreste e scavando la roccia risulta chiaro come cambi il panorama intorno a noi e non per il meglio. Le piante muoiono, gli animali selvatici spariscono, e le risorse di cui ha bisogno la società per continuare ad espandersi vengono meno. Eco da questo punto di vista fa un lavoro stupendo nel presentare grafici e rappresentazioni dinamiche che mostrino l’impatto antropico sul pianeta. Qualcosa di mai visto in un videogioco e che da sola questa esperienza vale il prezzo del gioco.

 

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Personalmente ho avuto ottime sensazioni approcciando Eco. Non è assolutamente il gioco più semplice da padroneggiare, con le sue dinamiche numerose e complesse; sebbene sia presente un tutorial che spiega come muovere i primi passi sul pianeta, non c’è nulla riguardo all’interazione con gli altri esseri umani. Spendendo però qualche ora sui server ufficiali, sempre popolati, in un paio d’ore si comprende cosa fare e che direzione prendere per procedere nel gioco.
Mi ha ricordato la vita che si faceva sui server di Ultima Online, dove prima della caccia al mostro veniva la comunità ed il crearsi una professione utile al gruppo; il sentirsi veramente parte di un tutto che lavora per un fine comune. Qualcosa che non provavo da anni.

 

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In breve risulta evidente come occorra cambiare l’approccio tradizionale: non più costruire ed ammassare in proprio, ma mettersi in comune per realizzare più rapidamente un obiettivo di squadra. L’economia è basata sulla vendita di beni rifiniti, e visto che ogni giocatore non può specializzarsi in molte professioni è evidente come ognuno possa ricavarsi una nicchia nella quale far profitto.
Esiste anche una forma di governo, dove ogni server si dà le proprie leggi e norme, con rappresentanti eletti dalla popolazione di giocatori; insomma Eco è quasi una rappresentazione di un mondo moderno in salsa videoludica.

 

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Sebbene sia ancora in early access, Eco è già oggi più che giocabile e godibile. Gli sviluppatori ci tengono a precisare che si tratta di un work in progress, ed in effetti alcuni angoli devono essere ancora smussati; ma vista la passione con cui la Strange Loop Games culla la propria creatura, sono certo che il prossimo futuro riserverà grandi cose per Eco. La carne al fuoco è tantissima ed è ovvio che non tutto può essere sistemato con uno schioccio di dita; noi rimaniamo in finestra curiosissimi di vedere come procederà lo sviluppo di un gioco che osiamo definire rivoluzionario e geniale.

 

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