Ghost – Prequelle: la recensione


“Papa Emeritus” si “declassa” a “Cardinal Copia” ma i Ghost sono sempre più convincenti.

 

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Fino a qualche anno fa, Tobias Forge era semi sconosciuto e militava in Svezia in diversi gruppetti rock e metal minori. Poi all’improvviso l’illuminazione che dà la svolta alla sua carriera e alla sua vita: di punto in bianco si inventa i Ghost e grazie a una sublime teatralità, a un alone di mistero (almeno iniziale) sulle identità dei componenti del gruppo, ma soprattutto a una manciata di ottime canzoni, li proietta subito nel mondo del metal che conta con l’ottimo disco di esordio Opus Eponymous.

La prima cosa a colpire dei Ghost è ovviamente l’estetica, sui cui, va detto, Forge ha fatto un piccolo capolavoro. Le maschere e lo stile dei misteriosi strumentisti “nameless ghouls” sono una delizia; ma Forge nelle sue varie incarnazioni come Papa Emeritus, e ora Cardinal Copia, è davvero strepitoso. Il flavour magistrale con cui interpreta il malefico ecclesiastico lo ha fatto diventare in un attimo uno dei personaggi più popolari del panorama metal attuale.

 

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Ma come detto è sempre la musica che conta, ed è con quella che i Ghost si sono imposti alla grande in questi anni. Al primo disco del 2010 ne sono seguiti altri due: Infestissumam del 2013 e Meliora del 2015; più due Ep: If You Have Ghost (2013) e Popestar (2016). Il successo di tutte queste uscite è garantito da una formula efficace ma per niente semplice: un perfetto equilibrio tra hard rock e metal melodico che riesce a catturare subito l’ascoltatore senza però scadere nel commerciale. Non è facile riuscire a creare melodie, riff e ritornelli che siano in grado di evitare il banale e il ripetitivo, e allo stesso tempo entrarti subito in testa e, soprattutto, rimanerci. Eppure Forge ci sta riuscendo ormai da otto anni. Pezzi come Con Clavi Con Dio, He Is, Jigolo Har Megiddo o la strepitosa Square Hammer, sono davvero travolgenti. Perfino le tematiche fortemente anticristiane, e talmente sfacciate da risultare quasi “finte”, riescono a non essere stucchevoli o pacchiane; cosa di solito assai facile in questi casi, specie se qui consideriamo anche il calcato elemento estetico. I testi di Forge, insomma, riescono sempre a colpire con devastante eleganza:

 

…And I am the son who comes into the daughters of men

Destroying all and make them want it again!

 

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E infine arriviamo al 2018 e all’ultimo Prequelle. Ennesima conferma per un gruppo, ma soprattutto per il suo Dominus assoluto Forge, che continua a essere prodigo di idee e creatività anche in occasione del quarto album. La formula è la stessa e sempre più efficace. Devono passare un bel po’ di tempo e un bel po’ di ascolti prima che possiate smettere (solo temporaneamente) di canticchiare in continuazione i refrain di Witch Image e Dance Macabre. Ottimi anche i due momenti strumentali Miasma e soprattutto Helvetesfönster, con quell’arpeggio inquietante in grado di insinuarsi nella vostra anima. Rats è più aggressiva, il riff di chitarra di Faith è classicissimo e fresco allo stesso tempo e ogni volta non potrete non ringhiare anche voi “Because Faith – Is – Mine!“.

La conclusiva Life Eternal è una ballad tra le più emozionanti degli ultimi anni, con cui i Ghost dimostrano di sapersi cimentare, seppure a modo loro, anche con i testi d’amore; come peraltro accade pure nella già citata Dance Macabre.

La firma perfetta su uno dei migliori dischi metal dell’anno appena passato.

C’è in giro anche un Papa che non dice solo ovvietà…

 

 

Tracklist:

  1. Ashes – 1:21
  2. Rats – 4:21
  3. Faith – 4:29
  4. See the Light – 4:05
  5. Miasma (Instrumental) – 5:17
  6. Dance Macabre – 3:39
  7. Pro Memoria – 5:39
  8. Witch Image – 3:30
  9. Helvetesfönster (Instrumental) – 5:55
  10. Life Eternal – 3:27

 

 

Formazione:

Cardinal Copia (ex Papa Emeritus) / Tobias Forge – voce

Nameless Ghouls – chitarra solista, chitarra ritmica, basso, tastiere, batteria

 

 

Ghost – Prequelle, 2018
Voto: 8
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