Resident Evil: la recensione

Raramente i film ispirati ai videogiochi riescono bene: Resident Evil è pienamente una di queste eccezioni e farà contenti i fan della saga.

 

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Non è storia nuova: ogni tanto salta fuori qualche film che vuole far soldi realizzando qualcosa di approssimativo ed economico facendo leva sul seguito di qualche videogioco dal grande seguito, come se i videogiocatori fossero una massa di deficienti che si bevono tutto. E’ stato il caso di Far Cry, di Mortal Kombat o Warcraft; pochissimi film sono passabili (Doom per esempio, ma anche qui insomma).
E poi c’è Resident Evil.

Resident Evil si basa discretamente sulla storia del videogioco originale della Capcom, per espanderne e rivederne alcuni ambiti pur rimanendo fedele (più o meno) al videogioco. Il risultato è ottimo.
Ci troviamo di fronte ad una pellicola che incentra tutto sull’azione e sulla gnocca (e che gnocca!), attingendo a piene mani dall’universo del videogioco e dal mondo classico degli zombi. Della trama non racconto molto perchè è interessante anche come la storia viene raccontata: ed il gore e lo splatter inizia fin da subito (anche se non ai livelli trash di La Casa).

 

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Si alternano situazioni splatterose ad altre più di ragionamento ad altre più di tensione; le sequenze sono sempre ben collegate e quando si fanno dei salti c’è un ottimo espediente per trasportarci di scena (o di “livello”?). In effetti sembra, per tanti versi, di trovarsi in un videogioco; non c’è nulla di forzato ma certe soluzioni narrative sembrano sposarsi alla perfezione con quanto viene comunemente utilizzato nel mondo videoludico.

Paul W.S. Anderson (il vituperato Mortal Kombat, Punto Di Non Ritorno, gli ultimi tre capitoli di Resident Evil) è autore di un’ottima prova in cabina di regia; il ritmo è serrato e, fatti salvi un paio di passaggi necessari per chiarire i retroscena, raramente ci sono momenti di pausa. Le sequenze d’azione si sviluppano in modo repentino ma chiaro, permettendo allo spettatore la comprensione di quanto accada (al contrario di Transformers, di cinque anni successivo ma spesso accomunato non si sa bene per quale motivo).
Gli effetti speciali sono ben realizzati. Tutto risulta più che credibile e veritiero, nell’ambito del mondo zombi, ed anche le spiegazioni che vengono date allo spettatore sono abbastanza convincenti (meno quella che dà origine a tutto il film, ma da qualche parte occorreva pur partire).

 

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Buono il cast; si parlava di gnocca ed ecco che tutto ruota intorno alla magnifica Milla Jovovich (Il Quinto Elemento, Giovanna D’Arco, The Million Dollar Hotel, Le Bianche Tracce Della Vita, Ultraviolet), la modella russa che è capace anche di avere buone prove davanti alla macchina da presa (e non solo quando è poco vestita…). Il personaggio di Alice, sempre interpretato dalla Jovovich, sarà il perno di tutta la saga che durerà ben sei film con alcune appendici in computer graphics.
Discrete prove di contorno le forniscono Eric Mabius, James Purefoy (Il Destino Di Un Cavaliere) e soprattutto Michelle Rodriguez (Fast And Furious, Swat Squadra Speciale Anticrimine, Avatar, Alita Angelo Della Battaglia, Lost), nel solito ruolo della soldatessa dura e cattiva, sulla falsariga di quel Soldato Vasquez interpretato da Jenette Goldstein in Aliens Scontro Finale.

 

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Resident Evil si discosta dai classici film dell’orrore privi di raziocinio e credibilità come spesso accade alle produzioni statunitensi; ed infatti si tratta di una coproduzione anglo-tedesca che conferma l’attenzione al dettaglio propria dei film anche fantastici realizzati nel vecchio continente (Il Regno Del Fuoco, Hanna, Underworld). E’ un ottimo film action-horror che non posso non consigliare agli appassionati; di certo non si tratta di un capolavoro, ma è sicuramente una pellicola più che piacevole da vedere più di una volta.

 

Resident Evil, 2002
Voto: 7
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