“Sono i cavalieri dello Zodiaco, hanno nomi importanti … “, su questa storia dei nomi bisognerebbe fare un discorso a parte, ma The Lost Canvas è la più bella serie dei Cavalieri che ho mai visto, peccato sia stata sviluppata solo a metà.
Onestamente, ho visto tante serie sui Cavalieri dello Zodiaco, sia quelle risalenti alla mia infanzia e adolescenza, sia quelle più recenti, con il figlio di Sirio e la correlazione tra colpi sferrati ed elementi naturali (acqua, aria, terra, fuoco, luce e oscurità); Lost Canvas è diverso. La storia di The Lost Canvas racconta della guerra tra Hades e Atena combattuta nel XVIII secolo, in pratica la “Guerra Santa” precedente alla serie uscita negli anni ’90. Ancora una volta il protagonista della serie è il cavaliere di Pegasus, Tenma, il cui fato è segnato nelle stelle, la sua missione è sempre quella di sconfiggere chi vuole distruggere l’umanità; ma non saranno solo ed unicamente le gesta di Tenma ad essere raccontate.
La prima grande differenza che balza subito agl’occhi, tra le altre serie dei Cavalieri dello Zodiaco e questa, è che effettivamente ci sarà una guerra, non uno scontro tra un pugno di cavalieri e il resto del mondo, ma proprio una mobilitazione generale di tutti i “Saint” di Atena e di tutte le “Ombre” di Hades. Il secondo importante cambiamento che si nota, è che finalmente vedremo i Cavalieri d’Oro scendere in campo dalla parte giusta della guerra, ovvero accanto ad Atena e non alle dipendenze di qualche usurpatore del caso; immaginatvi degli scontri di una certa rilevanza tra i più potenti Cavalieri delle due fazioni. Sono rimasto positivamente colpito dalla scelta di mantenere una certa continuità nelle abilità dei Cavalieri, pur avendo totalmente stravolto il carattere di alcuni di loro; questo cambiamento ha portato un’evoluzione del tutto inaspettata nelle scelte narrative e nello stile di combattimento di tanti personaggi. Mi è quindi venuto naturale dire :”Ecco il Cavaliere di Pesci” vedendo un campo di Rose fiorito, ma mi ha totalmente spiazzato il suo atteggiamento verso il prossimo, le sue scelte durante la battaglia e la sua storia narrata nei Flashback. Questo è un altro punto di forza della serie, provare a descrivere l’uomo che c’è dietro l’armatura, per farti capire bene lo spirito con cui, il personaggio descritto, scende in campo e combatte. Altro grande punto di forza della trama, è la scelta di legare profondamente, Pegasus, Atena e Hades. I tre sono cresciuti insieme nello stesso orfanotrofio, e hanno legato molto da piccoli; questo aggiunge profondità e spessore emotivo a tutte le vicende che li vede coinvolti.
La storia è appassionante e scorre velocemente; non ci sono particolari momenti in cui si ha la sensazione che, come nella serie degli anni ’90, il combattimento sia stato volutamente dilatato, in modo imbarazzante, per allungare il brodo. L’unica osservazione che faccio, riguarda i nomi di alcuni protagonisti; Albafica e Manigoldo, non sono propriamente nomi adatti a dei personaggi di spicco come i Cavalieri d’Oro. Capisco perfettamente che, in Giappone, c’è la tendenza a usare termini stranieri come nomi propri, fa molto esotico; apprezzo anche il fatto di mantenere una traduzione il più fedele possibile all’originale, ma questi nomi sono abbastanza ridicoli da sentire.
Nel 2011, dopo due stagioni e ventisei episodi, la serie si è fermata; forse in giappone non è andata bene come si aspettavano, forse la serie è troppo “Occidentalizzata”, fatto stà che è stato deciso di fermare la serie e di rimandare qualsiasi decisione. Nel 2013 la casa produttrice ha fatto sapre che non ha nessuna notizia in merito ad un seguito; per fortuna nel 2018 Netflix ha rilanciato sulla sua piattaforma le due stagioni, risquotendo un discreto successo. Molti fan della serie sperano che, con questi buoni risultati si possa fare leva per concludere una serie davvero di alto livello; a noi tocca solo aspettare pazientemente e vedere cosa succederà.