Lo dico subito: io Alessandro Gori lo conosco da anni. Siamo amicissimi, intimi, quasi anime gemelle. L’ho visto una volta nella vita, per un decennio non ho avuto sue notizie e credo che di roba personale avremo scambiato si e no un paio di frasi. Non di meno, lo reputo “quello”, cosi’, a mezza bocca. Lo dico senza remore e senza conferma.
Come si puo’ definire Alessandro Gori? Un pazzo, un genio, un malato, un disadattato, un cerchione pressofuso. Tutte queste definizioni vanno bene per descrivere lui e il suo primo libro, Le Avventure di Gunther Brodolini. Si tratta di avventurette di poche pagine che il nostro piccolo eroe, un bimbo che affronta la vita, riempie di entusiasmo, sorpresa, cinismo, ingenuita’ e altre cose varie. I suoi racconti sono surreali, indicibili, a volte disgustosi; eppure se non si e’ ipocriti o perbenisti, non si puo’ non ridere sulla sfilza di assurdita’ che Alessandro Gori ha raccolto in questo volumetto (che, ricordiamolo, ve lo portate a casa a meno di 8 euro).
Ci sono tracce di Monty Phyton, di Alessandro Bergonzoni, di alcool nel sangue; non si riesce a smettere di leggere, oppure si, in fondo, basta mettere un segnalibro e continuare piu’ tardi.
Io questo libercolo lo consiglio, al di la’ di questa esplicita marchetta (almeno mi facessi pagare): io l’ho letto un po’ di sere prima di andare a dormire e finora mi sono sempre svegliato.
No, sul serio, fa ridere. Non a ganasce lussate, ma fa ridere. Almeno, a me fa ridere, poi voi, oh, fate un po’ come vi pare.