Il Regno del Fuoco: la recensione

Draghi, fuoco e carri armati: si puo’ veramente chiedere di piu’?

 

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Qualche anno fa’ usci’ per PC un gioco di strategia, Spellcross, che ipotizzava lo scontro fra le unita’ della Nato contro quelle, udite udite, delle armate del Caos: orchi, elfi oscuri, demoni e, infine, draghi. Il gioco mi piacque tantissimo, non tanto per la realizzazione (piuttosto lento nello svolgimento del gioco), quanto per la stupenda ambientazione di desolazione e di distruzione che il mondo aveva sopportato. Da allora ho sempre pensato che questa idea poteva essere sfruttata meglio, perche’ nascondeva un sacco di potenziale.
Poi quest’estate sono stato folgorato da un trailer visto su Coming Soon: Draghi? Carri armati? Proiettili e fuoco???? Slurp!! Ecco, era il promo de Il Regno del Fuoco, film che aveva una base di trama molto simile.
Sinceramente era da quando avevo questo questo trailer che non vedevo l’ora di gustarmelo…. e non sono stato tradito dall’attesa.

Nel 2020, una perforazione nel cuore di Londra apre un foro in una camera naturale nella quale riposava un essere spaventoso, che solo nelle fantasie degli uomini aveva fino allora vissuto: un drago, che presto ne avrebbe richiamato dal sonno molti altri. Ebbene, questi esseri in poco tempo mettono a ferro e fuoco (nel vero senso del termine) l’intero pianeta. Solo piccoli gruppi di uomini riescono a sopravvivere, nascosti sottoterra in fortezze mimetizzate.
Ecco, qui comincia la storia: come sono solito fare non vi raccontero’ nulla, se non che tutto il film e’ ambientato in Gran Bretagna, e anche se nelle foto vedete delle divise dell’esercito Statunitense non siamo di fronte alla solita spaccontata d’oltreoceano: Il Regno del Fuoco e’ una coproduzione Anglo-Irlandese che mostra tutti i punti di forza del cinema europeo (ma anche i suoi limiti).

 

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Fortissimo e’ l’impatto dell’ambientazione: il clima cupo persiste per tutto il film, grazie anche ad un sapiente uso dei colori e delle locazioni, del trucco e degli effetti speciali che non sono cosi’ presenti (l’unica massiccia dose si ha nell’animazione dei draghi, che sono tutto sommato piuttosto credibili). Personalmente sono rimasto incollato alla poltroncina per tutta la durata del film, cosa che non mi succedeva da un pezzo; gli attori sono bravi nel caratterizzare i loro personaggi (specialmente Matthew McConaughey nel ruolo del pazzo militare Statunitense, classico Texano sbruffone e mezzo matto, ma anche Christian Bale nel ruolo del capovillaggio).

Fantastiche le scene di combattimento, soprattutto all’inizio del film, anche se alcune sono un po’ forzate nella realizzazione (troppo americaneggianti?). Memorabile la scena del lancio degli Angeli, tizi che si tuffano da un elicottero per “acchiappare” al volo i draghi!!!
La sceneggiatura mostra alla lunga qualche incrinatura, ma stiamo parlando di sottigliezze (del tipo “si capisce subito che i due si innamorano” o “lei e’ troppo pulita nello sporco generale”). Unico appunto che mi sento di portare e’ l’arrivo troppo repentino del finale: c’e’ un brusco stacco fra la storia nel suo complesso e come si arriva alla conclusione, tanto che il film sembra che voli e duri pochissimo (e’ vero, questa sensazione non l’ha data solo a me, ma anche ai miei amici; eppure la pellicola dura 1 ora e 40 minuti).

 

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Personalmente sono rimasto una volta di piu’ impressionato da come il cinema europeo riesca a gestire in modo credibile i suoi film d’azione, cosa che invece non riesce agli americani, che forse basano troppo i loro film sull’aspetto scenografico… ma questo argomento e’ degno di un articolo a se stante. Fatto sta che Il Regno del Fuoco e’ proprio un bel film, che consiglio caldamente (he he, scusate il gioco di parole) a tutti gli amanti del fantasy e non. Attenzione: non e’ un capolavoro, il non plus ultra del cinema fantastico d’azione; eppure riesce a trasmettere tutte le emozioni che si ripropone di passare. Non lo perdete.

 

Il Regno del Fuoco, 2002
Voto: 7
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