La prima serie animata che racconta i personaggi del MCU in modo nuovo. E se la Marvel avesse fatto un passo falso?
Ormai lo sappiamo che i progetti Marvel dividono la critica e What If…? non fa eccezione. Sento ripetere spesso “È troppo lontano dal fumetto” oppure “È il solito blockbuster pieno zeppo di esplosioni e poca trama”. Sicuramente alcuni prodotti sono meno curati di altri, ma fare di tutta l’erba un fascio mi è sempre sembrato troppo esagerato. Questo è un genere che può piacere o meno e che fonda le sue radici nei fumetti americani, ma non per questo deve essere identico al prodotto cartaceo: deve provare a trarre il meglio senza però stravolgere troppo il concetto di base.
What If…? è sicuramente una proposta interessante. Prende spunto dall’omonimo fumetto del 1977. Il personaggio cardine di queste storie auto conclusive è l’Osservatore. Il suo compito è quello di riassume gli eventi che hanno portato ad un punto di svolta in cui la storia ha avuto la possibilità di cambiare, ma non lo ha fatto. L’Osservatore, come dice il suo stesso nome, si limita ad osservare e non interviene mai; semplicemente ci racconta cosa sarebbe potuto accadere se…
Queste storie sperimentali permettevano agli autori dei fumetti di divertirsi con idee fuori dal comune, tipo “E se i Fantastici Quattro fossero i redattori della Marvel?”.
Ovviamente non era possibile gestire un genere di storie di questo tipo nel MCU (Marvel Cinematic Universe) perché l’impostazione del prodotto è ben diversa da quello cartaceo, ma si può giocare con le vicende narrate nei film. Ecco quindi che arrivano nove episodi in cui il destino di alcuni protagonisti cinematografici cambia radicalmente per un semplicissimo dettaglio: l’Osservatore diventa il narratore di otto vicende auto conclusive che spaziano tra racconti divertenti e storie emotivamente più impegnate. Otto episodi per otto storie… e il nono?
La serie riesce a farci calare in otto racconti più o meno riusciti, mantenendo l’impostazione del fumetto del 1977. Poi prende il fondamento alla base di What If…?, il semplicissimo compromesso di raccontare una storia senza mai intervenire, e lo cestina come se niente fosse. Basta leggere il titolo del nono capitolo per capire quello che ho appena affermato “E se… l’Osservatore avesse infranto il proprio giuramento?”. La storia che viene raccontata in questo nono episodio sarebbe perfetta per concludere il progetto, ma purtroppo già sappiamo che ci sarà una seconda stagione. Un Osservatore che agisce a discapito del suo ruolo può minare il compromesso di base di questa serie? La Marvel quindi ha fatto un passo falso? Solo in parte.
Il vero nocciolo del progetto è sicuramente legato alle storie auto conclusive che abbiamo apprezzato nei primi otto episodi. Ognuna ha un argomento ed un personaggio cardine che ci porta in situazioni totalmente diverse. Alcuni episodi sono divertenti, come quello sul festaiolo dio del tuono; altri sono più profondi, come quello legato all’amore perduto del Dr. Strange. Tutti però sono elaborati per stupire e condurci in una storia imprevedibile. I personaggi che cambiano il loro naturale destino non sono per forza positivi, ma sono sicuramente diversi dagli originali che conosciamo.
Graficamente parlando il progetto What If…? è godibile. Gli attori che hanno prestato il volto ai personaggi cinematografici sono stati animati e rielaborati abbastanza fedelmente. La scelta di mantenere le stesse voci utilizzate per le versioni cinematografiche è stata un tocco di classe pregevole. L’animazione è fluida e senza sbavature rilevanti.
Come dicevo anche all’inizio dell’articolo, credo che una trasposizione deve provare a trarre il meglio dalle storie cartacee, rielaborando e riproponendo una nuova versione nel miglior modo possibile, cercando però sempre di non stravolgere l’impostazione di base. Con il nono episodio di What If…?, la Marvel vuole stupire e probabilmente costruire un immenso ponte verso il prossimo film del Dr. Strange. Capisco la scelta in ottica commerciale, ma ho paura che il progetto possa risentirne. In fin dei conti la forza e la bellezza di questi primi otto episodi era proprio quella di essere ben lontani e profondamente separati dal MCU. Ora questa certezza vacilla…
Anticipare un finale, che sarebbe stato perfetto come conclusione del progetto, stempera il giusto successo delle precedenti puntate, ma non può e non deve compromettere del tutto il risultato. L’idea di base era quella di raccontare una storia auto conclusiva in ogni puntata. Questo è stato fatto in modo egregio otto volte su nove. L’ultima puntata è qualcosa che va oltre l’idea di base, ma è comunque una storia degna di un finale che rompe gli schemi.
What If…?, 2021
Voto: 7