Il 13° Guerriero: la recensione


La locandina trae in inganno raffigurando il bell’Antonio tipo cavaliere medievale, ma in realtà il personaggio è particolare ed è la forza del film.

 

 

Articolo originariamente pubblicato il 28/10/2000.

 

Con Braveheart e Il Patriota, il buon Mel Gibson ci ha abituati alle leggendarie vicende di personaggi realmente vissuti che danno l’anima, anzi la vita, per il proprio paese. Beh, ne Il 13° Guerriero (che cronologicamente si piazza tra i due) Antonio Banderas interpreta un personaggio che non è esistito veramente e che per di più la vita la rischia per un paese che non solo non è il suo, ma con il quale ha anche ben poco in comune. In pratica la storia di uno messo in mezzo come pochi!

Il 13° guerriero, pur non presentando lo spessore narrativo o le spettacolarità sceniche dei due film sopra citati oppure de Il Gladiatore, mi ha colpito per la bella idea di piazzare un raffinato poeta arabo in mezzo ad un’orda di animaleschi vichinghi inferociti!

Avete capito bene, Banderas interpreta un poeta arabo che, reo di aver lanciato qualche occhiata di troppo alla bella moglie di un ricco consigliere del califfo, viene “onorato” dell’incarico di ambasciatore in terre lontane, mooolto lontane… Il problema è che, una volta ospite in un accampamento di normanni, il leggiadro poeta “assiste” alla selezione per una spedizione di guerrieri da inviare in Norvegia (o su di lì) per difendere un villaggio attaccato da non ben specificati nemici. La suddetta spedizione deve essere però composta per tradizione da tredici uomini e lì di uomini ne cicciano fuori solo 12.

 

 

Indovinate un po’ chi sarà il 13°? Neanche il miglior Fantozzi sarebbe stato capace di tanto. Ma guarda tu se per colpa di ‘ste donne uno deve passare dai comodi cuscini di una moschea alle sanguinose battaglie nel gelo della Scandinavia…

A questo punto già il concetto-base del film mi è sembrato interessante, ma un altro particolare mi ha piacevolmente colpito: per una volta nel mondo dei film non esiste un unico universale idioma. Per una volta, finalmente, si è preso in considerazione il fatto che popoli diversi parlano lingue diverse e che se anche sei lo stramaledetto protagonista strafighissimo, una lingua che non conosci hai bisogno di impararla anche tu! È vero che, magari, gli risulta un po’ troppo facile imparare il normanno solo ascoltando i discorsi dei suoi compagni di viaggio, ma almeno gli sceneggiatori ci hanno provato.

Da qui in poi è un susseguirsi di sfiziosi intrecci tra le due opposte culture: quella araba raffinata e poetica e quella vichinga massiccia e incazzata ma altrettanto affascinante. Avranno da imparare parecchio da entrambe le parti e ci sono molti episodi divertenti, ma sugli scudi vanno chicche tipo Banderas che trasforma una pesante e scomoda spada nordica in una elegante sciabola tra la curiosità generale, oppure la sua funambolica prestazione a cavallo per rispondere agli sfottò sul suo piccolo destriero arabo da parte degli improvvisati compagni.

 

 

Naturalmente, visto che il protagonista è Banderas e nonostante sia stata una donna ad incasinarlo, il flirt obbligatorio non poteva mancare ed ecco spuntare dal nulla la bella biondona pronta a sciogliersi davanti al fascino esotico dello straniero che, naturalmente, senza alzare un dito se la porta tra le coperte. Per fortuna non si indugia molto sull’episodio e le spade ricominciano a mulinare ben presto.

Nonostante questo piccolo “cedimento”, il film prosegue bene fino alla fine e soprattutto senza troppe americanate, il che non è poco. Che altro dire: i personaggi sono tutti abbastanza caratterizzati, specie il capo vichingo del gruppo e, nota personalissima, mi sono sembrate splendide le riproduzioni dei Drakkar, le maestose navi normanne.

In definitiva, tralasciando la mia sfrenata passione per tutto ciò che è nord e vichinghi, penso di poter dire obiettivamente che Il 13° guerriero è un film godibile e originale che, anche se non porta le emozioni forti di un Braveheart, merita sicuramente l’attenzione di molti. Naturalmente è imperdibile per i vichingofili.

Ci vedremo nel Valhalla!

 

Il 13° Guerriero, 1999
Voto: 7
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