Il rock spagnolo degli Heroes del Silencio


Come è ormai tristemente noto, tutte le estati siamo costretti a subirci gli agghiaccianti tormentoni musicali dance…come dite? Le parole “musicali” e “dance” non hanno senso messe insieme? Beh avete ragione ma pensavo che il tono sarcastico fosse sottointeso, ormai dovreste conoscermi…

 

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Dicevo, tormentoni tipo Barbie Girl degli Aqua o peggio la Macarena che ha trasformato miliardi di persone in patetici burattini che in confronto il peggiore dei drogati di lunga data potrebbe essere scambiato per il Magnifico Rettore della Sorbona; a proposito, chissà i Los del Rio dove saranno ora a grattarsi la pancia con tutti i miliardi fatti con una sola canzone!? Bah! Purtroppo questa rimarrà una triste realtà della quale sarà impossibile liberarsi dato che ormai le menti di tutti i qualunquisti che seguono i “trend” (terrore!) sono talmente liquefatte che ancora non capisco come faccia il cervello a non colar via dalle orecchie.

Comunque, bando alle ciance e veniamo al punto (poi magari approfondirò altrove questo discorso che sicuramente farà adirare non pochi), forse non tutti si ricordano che l’estate del ’90 fu caratterizzata da un evento tanto eccezionale quanto piacevole: per la prima volta uno di questi tormentoni non fu ad opera della solita combriccola dance ma di un interessantissimo gruppo quasi-esordiente.

La canzone in questione, inoltre, era ed è uno dei più bei pezzi rock, a mio avviso, mai fatti, e in quei caldi mesi ha allietato le mie orecchie e la mia mente preservandole entrambi da una sicura corrosione.

 

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Per farla breve, si trattava di Entre dos Tierras dei grandissimi Heroes del Silencio, splendido gruppo iberico autore di un rock sanguigno e trascinante cantato in spagnolo, altro che Ricky Martin! (che a quel tempo a occhio e croce militava ancora in un anonimo gruppetto alla Backstreet Boys, vabbè…). Gli HS scaturirono con mia immensa sorpresa dal cilindro della EMI e dilagarono presto in tutta Europa. Forti della loro originalità, dato che furono effettivamente i primi a fare rock vero in spagnolo, dimostrarono a tutti che:

1.La Spagna non è solo nacchere e Flamenco;

2.Lo spagnolo è una lingua estremamente musicale, forse più dell’italiano;

3.Julio Iglesias non deteneva più lo scettro unico del potere in Spagna ma, anzi, doveva iniziare a lottare per tenersi il trono!

Comunque, a parte la lingua, le canzoni di Senderos de Traicion, questo il titolo del disco, sono tutte molto belle e il successo dei quattro matadores si doveva soprattutto alla loro grande creatività.

 

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Bene, passarono tre anni e la mia gioia fu grande quando nel ’93 vidi in televisione il video di Nuestros Nombres, singolo dal nuovo disco El espiritu del vino (poi si chiedono da dove copia Zucchero!). Fui nuovamente travolto, gli Heroes erano tornati con un altro bel disco, stavolta orientati verso un rock più duro e aggressivo (siiii….!!) ma senza perdere il loro inconfondibile stile “caliente”. Ormai i quattro iberici erano una realtà, infatti nel ’95 è arrivato il terzo e bellissimo album Avalancha che in realtà sarebbe il quarto dato che Senderos era stato preceduto da un altro disco diverso per stile e che in Italia non è mai uscito. Anche qui siamo sempre su sonorità più dure rispetto all’esordio ma non senza momenti carichi di emozioni. A questo punto ero sicuro di aver trovato definitivamente il mio gruppo rock preferito per quando volevo prendermi una pausa dal metal, ma come tutte le cose belle all’improvviso ci fu il black out.

Nel ’97 avevo visto in un negozio un loro doppio cd ma era solo un live, poi nulla più, non un video, non una apparizione. Solo ora, dopo tanti anni di silenzio, dovrebbe forse essere in dirittura d’arrivo un nuovo album (se mai arriverà anche nel nostro malandato paese) ma mi chiedo perché tanta attesa. Forse hanno avuto grane con la casa discografica o altri problemi del genere ma spero solo che non siano rimasti vittime del solito bieco music business perché stavolta veramente non se lo meritano. Per una volta che qualcuno riesce ad imporsi presentando dischi belli e originali, assolutamente non sputtanati ma che sanno anche scalare le classifiche, sarebbe veramente un crimine, punibile financo con l’ascolto forzato dell’ultimo di Jovanotti (ebbene si, sono così severo!).

 

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Credetemi, se vi piace il rock puro, che sa essere melodico ma potente, energico ma carico di emozioni e se vi hanno colpito dischi come El Diablo allora dovete provare gli Heroes del Silencio, niente altro da aggiungere e vi risparmio anche la solita recensione perché sarebbe superflua.

In definitiva gli HS sono stati una grande realtà e sono convinto che hanno tutti i numeri per tornare ad esserlo; l’unico timore che mi attanaglia è che probabilmente non verranno mai riconosciuti come coloro che per primi hanno portato lo spagnolo in cima alle classifiche (Iglesias a parte naturalmente, ma qui si parla di rock). Gia immagino qualche coattello che dice: “Come, cantano in spagnolo? Ma allora copiano Ricky Martin!!”. Allora si che tornerà a scorrere sangre caliente, ma stavolta sarà per mano mia…!!

OLE’ !

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