Io e Te: la recensione

Niccolò Ammanniti e’ uno dei piu’ famosi scrittori contemporanei italiani, noto soprattutto per i temi piuttosto forti ed atipici dei suoi racconti. Io e Te e’ la sua produzione piu’ recente, ma di certo non la migliore.

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La storia, che sfrutta una delle solite buone intuizioni di Ammanniti, vede un sedicenne chiudersi nella cantina di casa per fingere di essere in settimana bianca con gli amici; una storia architettata per sfuggire al controllo asfissiante della madre, che lo segue ovunque come fanno le madri apprensive. Durante la settimana passata a giocare con la Playstation, una misteriosa ventenne riuscira’ a penetrare nella cantina e poi nel cuore del ragazzo.

Sulla trama preferisco fermarmi qui; visto che il racconto e’ breve rischierei di raccontare troppo. Stiamo parlando di un centinaio di pagine scritte grosse, una roba che la finisci in una notte o giu’ di li’… non che sia un male, ma ho la netta, nettissima sensazione che in Io e Te manchi qualcosa, come se il racconto fosse tirato via, smozzicato, chiuso in fretta. Manca il momento del pathos, un vero coinvolgimento. La velocita’ e’ sempre piuttosto bassa, non ci sono picchi di sorta, emozioni forti che ti trascinano.
E’ anche vero che Ammanniti e’ molto bravo a portarti dentro la cantina, a fartici sentire parte integrante, come una presenza che si aggira in quella stanza e riesce a vedere ogni evento, ogni situazione. Pero’ ecco, non ci siamo; e’ come un bicchiere di acqua tiepida: non fa schifo ma nemmeno ti appaga. Ti disseta e basta.

Io e Te non e’ un brutto racconto; pero’ e’ piatto. Si puo’ anche leggere, ma solo se vi prestano il libro.
Ovviamente il mio e’ a disposizione.

 

Io e Te, 2010.
Voto: 5
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