Cell: la recensione

Anche quando non sono capolavori, i libri dell’autore statunitense si attestano sempre su livelli accettabili.

 

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Cell e’ stato pubblicato nel 2006; dieci anni fa, ossia un secolo dal punto di vista delle comunicazioni cellulari. L’Italia e’ sempre stata terreno fertile per le minchiate tecnologiche (a prescindere da quanto possano essere utili) e gia’ allora avevamo tutti un telefono cellulare con noi; negli Stati Uniti – evidentemente – la situazione era diversa, con una diffusione minore di questi oggetti.

Stephen King, geniale nelle sue intuizioni, immagina che di punto in bianco un impulso trasmesso dai telefonini possa friggere parzialmente il cervello di chi li stia utilizzando, scatenando in questi “telepazzi” una forma di follia estremamente aggressiva. I protagonisti, ancora sani di mente, si trovano nel mezzo di una civilta’ in rovina, dove gli sparuti gruppi di superstiti devono cavarsela adattandosi a sopravvivere evitando le masse di questi folli che presto svilupperanno delle pericolose abilita’ fuori dall’ordinario.

Il romanzo mi ha ricordato fortemente un precedente lavoro di Stephen King: L’Ombra dello Scorpione, del 1978. Ha la stessa struttura narrativa, dove ad una prima parte dedicata allo svilupparsi della catastrofe ne segue una seconda dove vengono tratteggiati due gruppi distinti, il bene contro il male; ed infine lo scontro finale, dove gli schieramenti contrapposti arrivano alla soluzione finale.

Fra i due libri c’e’ pero’ un abisso; mentre L’Ombra dello Scorpione e’ uno scritto appassionante, dettagliato e molto curato, Cell spesso sembra peccare di trovate tecnologiche che non stanno molto in piedi, e diversi passaggi, specialmente avanti nel racconto, sembrano parecchio forzati.
In particolare non ho apprezzato la scelta di contrapporre due fazioni ben distinte, due “eserciti” compatti l’uno contro l’altro; sembra quasi che Stephen King, a corto di idee, per mettere della carne al fuoco abbia decisamente stiracchiato una idea inizialmente promettente (oltre bucato che il finale, decisamente sotto tono). E’ un peccato, perche’ il buono visto all’inizio viene snaturato ed il risultato e’ quello di un piatto insapore; nell’Ombra dello Scorpione la trovata non mi era piaciuta (anche in quel caso completamente avulsa dal contesto) ma almeno era ben strutturata.

E pensare che l’inizio e’ promettentissimo; Stephen King riesce benissimo a catturare emozioni e sensazioni provocate da un disastro inaspettato, immediato e definitivo. Il caos, lo smarrimento, le reazioni a quanto non si sa gestire o capire sono il sale della prima parte del libro. Al tempo stesso certi cambiamenti radicali nel carattere e nel comportamento dei protagonisti risultano innaturali e poco credibili; resta il fatto che alcuni colpi di scena arrivano totalmente privi di avviso, e mozzano il fiato.

Nonostante tutto, Cell e’ comunque un racconto apprezzabile. Scorre facilmente, privo di momenti morti o comunque troppo lenti, e malgrado i suoi nei invoglia a farsi leggere fino in fondo; puo’ essere una piacevole lettura tra due tomi che richiedano ben altra attenzione ed energia.

Una nota finale: nell’estate del 2016 e’ prevista l’uscita nelle sale della sua trasposizione cinematografica, con John Cusak e Samuel L. Jackson.

 

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Cell, 2016
Voto: 6.5
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