Il Ciclista di Chernobyl: la recensione

Un cazzotto nello stomaco e un bacio sulla guancia. Uno schiaffo e una carezza. Un’esplosione ed un sussurro; ecco cos’e’ Il Ciclista di Chernobyl.

 

20140731 ciclista

 

Spaesato; questa e’ la prima sensazione che mi ha colto iniziando a leggere l’ultimo romanzo di Javier Sebastian. Non sapevo bene cosa aspettarmi, se un racconto dettagliato degli eventi nefasti dell’Aprile 1986 o un tedioso elenco di vite vissute, qualcosa privo di anima come Zona Proibita; il risultato e’ stato un approccio atipico, nebbioso, impalpabile, dovuto forse anche allo strano stile dell’autore spagnolo dove dialogo, descrizione, pensiero ed azione si confondono e si amalgamano in modo tale che da subito il lettore viene risucchiato all’interno della storia, causando sulle prime una qual certa confusione, e poi un senso di appartenenza ed empatia non cosi’ comune.

Il Ciclista di Chernobyl e’ la storia di due uomini che non potrebbero essere piu’ diversi: un vecchio dall’aria strana, abbandonato a se stesso in un ristorantino self-service, ed un importante rappresentante governativo che si trova coinvolto suo malgrado in una serie di eventi che in breve lo travolgono totalmente. I due non hanno nulla in comune; sara’ il caso a metterli vicini e a provocare un flusso di eventi, situazioni e sensazioni, ricordi e racconti che sapranno avvolgere e stordire il lettore come una fitta nebbia umida.

In questo libro ci sono molti riferimenti a documenti reperibili su internet o su pubblicazioni specializzate, tutto riferito ai segreti e agli insabbiamenti seguiti alla tragedia delle popolazioni direttamente colpite dalla diffusione delle radiazioni nelle zone circostanti la centrale nucleare. Attenzione; si tratta di dettagli, fatti poco noti, non vi aspettate un riassunto tecnico degli eventi dei momenti dell’esplosione. Ci sono dati, fatti, eventi, ma anche emozioni non ascrivibili direttamente a chi ha vissuto quella esperienza; emozioni umane e comuni, che scaturiscono dagli animi di chi per sua natura non puo’ chiudere gli occhi e girare la testa dall’altra parte per non vedere, per ignorare, per vivere infischiandosene di tutto.

E’ un libro intenso, questo Ciclista di Chernobyl, che sa farsi leggere senza appesantire il lettore, catturandolo e facendosi divorare; scritto con passione, trasmette rabbia e amore. E’ un piccolo gioiello che non vi permettera’ di capire dove finiscano i fatti reali ed inizino le aggiunte dell’autore, perche’ il mondo in cui verrete catapultati e’ reale ma intangibile.
Come la mortale radioattivita’ che avvelena il respiro in ogni pagina del libro.

 

Javier Sebastian, Il Ciclista di Chernobyl, 2012
Voto: 8
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