John Carpenter’s Lost Themes I & II: la recensione


Il regista di culto John Carpenter dà libero sfogo anche al suo talento di compositore musicale.

 

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Autore di alcune pellicole francamente dimenticabili, come anche di film-culto assoluti, John Carpenter è uno dei registi più iconici e leggendari del cinema mondiale. La capacità che ha avuto di inquietare le nostre anime con Essi Vivono o La Cosa ha davvero pochi eguali, eppure poi ti tira fuori anche un gioiello di pura e cupissima azione come 1997 Fuga da New York, o uno spassosissimo Grosso Guaio a Chinatown, che mischia sapientemente azione, humor, epicità e paranormale.

Insomma, sulle sue qualità di cineasta siamo più o meno tutti d’accordo. Molti sapranno, però, che Carpenter si è anche composto parecchie delle sue colonne sonore. Il suo lato meno conosciuto di compositore musicale ci ha regalato alcune perle che hanno impreziosito molti suoi film; una su tutte ovviamente il fenomenale tema principale proprio di 1997 Fuga da New York. In tutti i film, in generale, le musiche hanno un ruolo spesso fondamentale nel supportare le scene più concitate o emotivamente più forti e nel caso di Carpenter questo aspetto ha forse sempre avuto una ulteriore marcia in più.

 

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Il nostro ha quindi pensato di dare sfogo al suo talento “secondario” pubblicando, a distanza di un solo anno l’uno dall’altro, due dischi di musica strumentale elettronica inedita tutta “made in Carpenter”. Lost Themes I e Lost Themes II escono rispettivamente nel 2015 e nel 2016 e sono pane per i denti di tutti i fan che del regista americano hanno apprezzato anche il talento di compositore. Avete già consumato la traccia di 1997 Fuga da New York? Niente paura, perchè pezzi come Mystery, Wraith, Windy Death o Last Sunrise, solo per citarne alcuni, fanno proprio al caso vostro. La tensione e l’angoscia la fanno da padrone per la maggior parte del minutaggio, ma nelle 20 tracce comprese in questi due cd c’è spazio anche per momenti un po’ più “luminosi” (giusto un po’…). Lost Themes II è forse leggermente meno ispirato rispetto al primo, ma è proprio qui che troviamo la clamorosa Hofner Dawn, forse il pezzo più bello in assoluto di queste due opere.

Tastiere e piano sono logicamente i protagonisti principali ma anche le chitarre hanno di tanto in tanto il loro ruolo nell’intessere riff e melodie coinvolgenti.

C’è davvero da lasciarsi trascinare nella mente geniale di Carpenter in questi due album, almeno quanto abbiamo potuto fare con i suoi film.

 

Questi due Lost Themes sono l’ulteriore conferma, se mai fosse stata necessaria, che Carpenter è una di quelle menti artistiche superiori a tutto tondo (non ne sono sicuro… saprà anche disegnare/dipingere?). Che sia tramite immagini, con le sole melodie, o con la fusione di entrambi, il vecchio John è sempre in grado di rapirci e portarci nei suoi molteplici, oscuri mondi.

 

John Carpenter’s Lost Themes, 2015
Voto: 7,5
John Carpenter’s Lost Themes II, 2016
Voto: 7
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