Mercoledì: la recensione

Se avete voglia di guardare una serie tutti insieme sul divano e non siete lobotomizzati, Tim Burton vi fa un favore.

 

Mercoledì, la recensione della serie

 

La nuova serie del genio del gotico, disponibile in otto episodi su Netflix, parte da uno spin-off della celeberrima serie La Famiglia Addams degli anni sessanta per deviare vigorosamente verso una versione moderna e giovanile del mitico Beetlejuice. Il risultato è a dir poco… familiare. Si, perché le famiglie vere, quelle moderne che non si fottono il cervello su X Factor o L’Isola Dei (non) Famosi, cercano sempre titoli da condividere la sera, dopo una giornata di lavoro e scuola, e questo prodotto ha tutte le qualità per assecondare questa necessità: stuzzica l’adulto, spaventa il bambino (ma senza traumatizzarlo) e crea il giusto mistero da risolvere su cui si può scommettere. Chi è il mostro che squarta la gente nel bosco vicino alla scuola Nevermore? Chi indovina vince… una morte lenta e piacevolmente contorta come se ne vedono molte nelle circa otto ore di visione.

Tanta roba per un prodotto seriale che strizza l’occhio ad Harry Potter (ma forse va anche oltre, palpandogli la chiappa) ma senza rinunciare alle atmosfere ormai classiche del “papà” di Edward Mani di Forbici. Saranno fischiate le orecchie non poco a J. K. Rowling…
Infatti, la nostra Mercoledì, rampolla di talento di una famiglia tanto facoltosa quanto stramba, viene spedita a studiare in una scuola di “reietti”, tra licantropi, mutaforme e sirene, e si ritrova a dover dipanare un cruento mistero aiutata da amici e astanti di questo mondo in cui normali e strani si scontrano più che mai. Molto Hogwarts, Ermione e compagnia bella. Eppure…

Eppure Jenna Ortega, la giovanissima attrice che dà il volto alla giovane Addams, è semplicemente superlativa, creando un’inquietante adolescente dark che non batte mai le ciglia e odia cedere il passo ai sentimenti. Il picco di quest’interpretazione da applauso viene toccato nell’onirica ed inconsueta danza della festa liceale che omaggia, senza troppo celarsi, le performance del Gomez impersonato dal mitico John Astin. Sembrava impossibile, ma in questo ruolo l’ex protagonista di Richie Rich riesce anche a superare l’ottima Christina Ricci.

 

Mercoledì, la recensione della serie

 

Poco male, visto che la precedente Mercoledì è comunque presente nella serie nei panni di una goffa insegnante di botanica sui generis, di fine ispirazione alla Pamela Isley della Thurman; intrecci per cultori che Burton regala in gran quantità ad ogni livello di lettura. Un altro esempio? La finestra ad oblò della camera di Mercoledì è la stessa del laboratorio in cui è stato costruito Edward Mani di Forbici. Sbizzarritevi a cercarne altri.

Più in generale, tutto è tecnicamente ineccepibile. Le atmosfere dark e la colonna sonora sono un perfetto mix che spinge la serie verso vette elevate, complice anche un’ottima fotografia con ottimi piani sequenza. Il classico tema della Famiglia Addams è qui rivisitato con un ritmo intrigante e cupo che lo cita ma non lo enuncia mai. Mano poi è la vera protagonista; tutti ne vorremmo una nella nostra vita.

Unico neo della serie? I complementari genitori (sì, quelli che erano protagonisti nel 1964) che non tengono botta col livello generale di qualità e Gomez, imbarazzante. La scelta di quell’attore, che ci rifiutiamo di citare, è incomprensibile. Morticia è meno peggio ma solo perché Catherine Zeta-Jones è ancora un bel femminone da guardare; la sua interpretazione è da sufficienza stiracchiata, sembra sia ripresa in una festa in maschera a tema a casa di amici.

Questa serie piace ai bambini, piace ai genitori e piace ai single. Destinata ad avere diverse stagioni (la seconda già è stata annunciata), si preannuncia a diventare un culto di quest’anno. Farà schifo solo a chi non sopporta queste ambientazioni a tinte forti ma ce ne faremo una ragione.

Mercoledì, 2022
Voto: 8
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